Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, a Busto Arsizio “La bellezza del coraggio”

L'iniziativa punta a promuovere la necessità e il coraggio di dire basta a questa piaga sociale (foto dal sito del Comune)

BUSTO ARSIZIO – Dal 23 al 25 novembre, l’Amministrazione comunale, in particolare l’assessorato all’Inclusione sociale, promuove una serie di eventi intitolati “La bellezza del coraggio”, una manifestazione dedicata a sensibilizzare e coinvolgere la comunità nel contrasto alla violenza di genere attraverso incontri, testimonianze, mostre e performance artistiche.

L’iniziativa punta a promuovere la necessità e il coraggio di dire basta a questa piaga sociale, in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. L’iniziativa vede la partecipazione di 4 associazioni – Croce Rossa Italiana, il Centro anti violenza EVA odv, Amnesty International per la tutela dei diritti umani e l’associazione culturale Edera odv – che hanno deciso di unirsi al fine di sensibilizzare le persone riguardo a una problematica che deve essere fermata.

“Tutte

questi momenti di riflessione hanno visto la mia collaborazione; ma sottolineo la mia attenzione al tema anche ricordando che in concreto abbiamo raggiunto importanti obiettivi: con la rete antiviolenza di cui il Comune di Busto è capofila abbiamo ottenuto risultati significativi per la gestione delle emergenze e stiamo lavorando molto bene sulla prevenzione e sulla diffusione della cultura del rispetto; con Ats, Asst e Regione stiamo lavorando sulle buone prassi che migliorano l’attività degli operatori”, ha osservato oggi l’assessore Paola Reguzzoni.

“E’ ora il momento di pensare al dopo, alle vittime che escono dal rifugio e devono ritornare a essere donne autonome e libere: siamo a buon punto con i lavori all’ex oratorio di Sacconago che stiamo ristrutturando con un contributo PNRR e dove saranno realizzati 6 appartamenti protetti per queste donne e i loro bambini. Stiamo lavorando inoltre sul reinserimento lavorativo perché non va dimenticato che spesso le vittime sopportano per anni le violenze non avendo l’autosufficienza economica necessaria per lasciare il nucleo famigliare. E un occhio di riguardo va anche ai minori che assistono alle violenze perché le statistiche dicono che in una buona percentuale da adulti ripetono i comportamenti a cui sono stati costretti ad assistere da bambini: è un circolo vizioso che va spezzato”.