Morì in casa intossicato dal monossido di carbonio. Il caso fu archiviato nel 2012 ma le perizie sull’impianto di riscaldamento dell’alloggio a Cuasso di , operaio albanese morto a 24 anni il 25 gennaio 2009, non furono mai completamente esaustive. L’origine della fuga fatale di monossido non fu mai identificata. L’impianto di riscaldamento era perfetto. Forse, si disse, il ragazzo si addormentò con il camino acceso e le esalazioni arrivarono da lì.
Il fratello del ragazzo non ha mai completamente creduto a questa ipotesi e ha chiesto la riapertura delle indagini. Richiesta accolta dal gip di Varese. L’inchiesta è ripartita: si indaga per omicidio colposo.
Per ora. Il pubblico ministero , titolare del fascicolo, al momento non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati. Il magistrato procederà alla verifica di due ipotesi mai prese in considerazione prima. La principale riguarda una morte per avvelenamento da monossido sì, ma non fulminante, così come ipotizzato in prima istanza, bensì cronica. Lo spunto arriva da un collega di Curraj: il giovane albanese lavorava in un essiccatoio. Tra l’altro in nero.
Il collega, che ha dichiarato di aver a sua volta accusato i sintomi di un’intossicazione cronica (ciò sviluppata giorno dopo giorno sino ad essere letale per Curraj), ha raccontato che spessissimo, con il ventiquattrenne, doveva occuparsi della pulizia degli enormi forni presenti nell’impianto. Pulizia che, sempre secondo il teste, veniva eseguita senza che vi fossero i requisiti minimi di sicurezza: niente strumenti particolari, niente maschere protettive. Niente, insomma. Ed è questa testimonianza ad aver riaperto le indagini su questo fronte. È possibile che la morte dell’operaio possa essere imputabile a queste mansioni eseguite in totale assenza di sicurezza? Se l’ipotesi fosse verificata vi sarebbero dei responsabili da individuare.
Il secondo aspetto al vaglio del pubblico ministero riguarda alcune anomalie delle condizioni in cui Curraj fu ritrovato alle 7.23 di quella mattina. Il giovane sarà dichiarato morto alle 8, non appena arrivato in ospedale. Il ragazzo era disteso a letto completamente vestito in una camera gelida. Un gelo tale da suggerire l’assenza per molte ore di fonti di calore. E allora cosa ha intossicato il giovane? Curraj, questo è l’altro quesito che è al vaglio dell’autorità giudiziaria,
è davvero morto in quella stanza? Oppure è stato spostato dal luogo dove davvero è rimasto intossicato visto che lì non vi sarebbero stati spunti credibili per una fuga di monossido letale? Con lui nell’abitazione c’erano la madre e il patrigno. Nessuno dei due avrebbe notato nulla di strano. Ma il gelo nella camera è altro fattore di necessità di ulteriori verifiche. Il pm procederà in prima istanza con il vaglio di tutte le testimonianze raccolte all’epoca. Esclusa, per ora, la riesumazione del cadavere per una seconda autopsia.
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