Giovani ma senza un lavoro Varese non è una terra promessa

VARESE Disoccupazione giovanile al 35% e gravi difficoltà di reinserimento lavorativo per chi il posto l’ha perso all’inizio della crisi, nel 2008, e fa i conti con gli ammortizzatori sociali ormai agli sgoccioli.
Il quadro del comparto metalmeccanico della nostra provincia, anche in questo quasi completo primo semestre dell’anno, presenta forti criticità e genera grande preoccupazione nel mondo sindacale.
«La situazione in provincia di Varese è in tendenziale peggioramento, anche se i dati non sono ancora definitivi –

afferma Mario Ballante, segretario provinciale della Fim Cisl – A soffrire di più sono le piccole e piccolissime aziende, ma il fattore più preoccupante è che il tessuto economico provinciale non sta assorbendo le eccedenze di lavoratori».
Un problema molto grave in prospettiva, non solo a livello economico ma anche sociale: «Chi ha perso il lavoro all’inizio della crisi economica sta esaurendo gli ammortizzatori sociali e purtroppo non riesce a trovare una nuova occupazione». Il numero di lavoratori metalmeccanici in questa situazione aumenta sempre più e molti di loro si rivolgono proprio al sindacato.
Dati preoccupanti anche per i giovani che non riescono a trovare un lavoro. «La disoccupazione al 35% nella fascia giovanile è semplicemente mostruosa», commenta il segretario della Fim. Nel primo semestre 2011 si era registrata un’inversione di tendenza riguardo al numero di aziende e di lavoratori metalmeccanici in mobilità: poi nella seconda metà dell’anno il trend è tornato negativo, confermato anche nei primi mesi del 2012. «Quello del 2011 era un fatto congiunturale, non certo strutturale – osserva Ballante – Ci aspettiamo tempi duri, sia nel 2012 che nel 2013».
A livello locale, il sindacato sta provando a non far morire alcune produzioni, cercando di far subentrare nuovi imprenditori, come nel caso della Anovo di Saronno. «Cerchiamo di accompagnare processi come questo per salvare l’attività, il prodotto e i posti di lavoro» afferma l’esponente della Fim, che sta affrontando il rinnovo del contratto nazionale di categoria 2013-2015, senza la Fiom.
Anche i lavoratori delle aziende varesine saranno chiamati a esprimersi nel referendum del 6 luglio: «Abbiamo chiesto un aumento del salario di 150 euro lordi al mese, perché siamo convinti che il salario vada tutelato anche per rilanciare il mercato interno e i consumi. Abbiamo chiesto anche il rafforzamento di alcuni diritti che vanno tutelati meglio, a partire da sanità e cure mediche dei lavoratori metalmeccanici».

s.bartolini

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