C’è voluto un sacco di tempo, mille appelli e cento delusioni, ma l’anno prossimo finalmente il Giro d’Italia salderà un debito di riconoscenza più che secolare. La corsa rosa transiterà da Induno Olona per celebrare degnamente Luigi Ganna, primo vincitore nel 1909.
La notizia ha trovato l’ufficialità ieri, alla presentazione solenne dell’edizione numero 98 della gara più amata dagli italiani.
Succederà giovedì 28 maggio e la tappa non sarà banale: la 18ª, quindi in piena bagarre per la vittoria finale, incastonata tra i tapponi alpini che assegneranno la maglia rosa. Partirà da Melide, appena al di là del confine, e si concluderà a Verbania, dopo aver toccato tre laghi: Ceresio, di Varese e Maggiore. Inizialmente gli organizzatori di Rcs avevano previsto il passaggio dalla Valcuvia e da Gavirate, poi è scattata la molla romantica e ha prevalso l’amarcord.
La carovana entrerà in Italia da Lavena Ponte Tresa, attraverserà la Valceresio fino a transitare da Induno (ma prima toccherà Besano, paese natale di Stefano Garzelli, vincitore nel 2000), entrerà a Varese, scenderà sul lungolago e poi a Bodio, di lì proseguirà verso Varano Borghi e Sesto Calende. Qui il passaggio in terra piemontese e la risalita della sponda grassa fino al primo passaggio a Verbania; a Cannero i corridori affronteranno l’unica asperità di giornata: la scalata del monte Ologno, con Gpm a quota 1.168 e scollinamento ai 1.234 metri di Piancavallo. Indi una prima parte di discesa, la breve rampa di Premeno e la picchiata verso il traguardo di Verbania.
Facile prevedere che la prima metà, vallonata, aiuterà eventuali attaccanti da lontano, il tratto intermedio pianeggiante sarà di studio e i fuochi d’artificio scoppieranno sulla salita conclusiva, dove più i cacciatori di giornata che i big – reduci dal “riposo” del giorno prima a Lugano dopo le fatiche dolomitiche, e attesi dai successivi tapponi di Cervinia e del Sestrière – potranno dare spettacolo. Ma, se tra i big ci sarà un Nibali in corsa per il bersaglio grosso, lo striscione di Verbania sarà terreno di caccia anche per lui: ricordate il colpaccio di Asolo al Giro del 2010, nelle more del secondo hurrà di Basso, in uno scenario dal profilo altimetrico molto simile?
La novità dell’omaggio a Ganna – omesso colpevolmente dalla Gazzetta in almeno tre occasioni: nel 1983, centenario della nascita del campione indunese; nel 2007, cinquantesimo della morte; nel 2009, centenario della corsa rosa e della vittoria – fa sorridere i nostri ciclisti, che, sebbene il Varesotto non sia sede di partenza o arrivo di tappa, cercheranno di far bene sulle strade di casa.
Per Ivan Santaromita, che è di Clivio (anche se dopo il matrimonio con Chiara abita a Varese), questa tappa «è una cosa bellissima, perché è giusto onorare un campione così, e poi mi passa proprio sotto casa. Posti come Melide e Lugano, oltre ovviamente a Varese, fanno parte della mia vita. Però non so ancora se farò il Giro d’Italia: deciderò con la squadra nelle prossime settimane. Il Giro è sempre il Giro, ma il Tour mi solletica. Vedremo».
Non sta nella pelle il giovane carnaghese Eugenio Alafaci, anche se confessa di non sapere granché della storia di Ganna: «Una tappa vicino a casa è un motivo in più per amare il Giro. I miei programmi non sono ancora stilati, ma al 90% farò la corsa rosa: e quello della “nostra” tappa mi sembra un gran bel percorso».
stefano affolti
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