LONATE POZZOLO Una quarantina di manifestanti, arrivati per vari e diversi motivi, ha iniziato a contestare pacificamente il Giro di Padania, che fra poco partirà da Lonate Pozzolo per la terza tappa verso Salsomaggiore Terme (Parma).
Oltre agli striscioni, sono trombe e fischietti le ‘armì con cui stanno cercando di disturbare l’assembramento di ciclisti e supporter. Ci sono i sindacati di Base Cub e Cobas dei lavoratori del vicino aeroporto di Malpensa che sostengono in uno striscione che “La Lega critica bene ma razzola male”. Ci sono volontari della Uisp, che contestano l’utilizzo di una gara ciclistica a fini che a loro giudizio non sono solo sportivi.
C’è un gruppetto che sventola una bandiera ‘No Tav’. E c’è anche chi dice di sostenere l’indipendenza dei Paesi Baschi ed è arrivato al Giro di Padania per dire ‘No alla Padania, sì all’indipendenza Bascà.
‘Lega fora di ball’, è uno degli slogan maggiormente scanditi dai manifestanti, che vengono tenuti a distanza dalla polizia.
La migliore risposta alle manifestazioni di protesta contro il giro di Padania «è già arrivata dagli atleti: chiunque può manifestare liberamente perchè siamo un paese libero ma non lo si fa colpendo i corridori che fanno il proprio lavoro». Così Renzo Bossi, arrivando all’avvio della terza tappa del Giro di Padania a Lonate Pozzolo, ha risposto a una domanda dei giornalisti.
E a chi gli faceva notare che la gara viene associata a una manifestazione di tipo politico più che sportivo, il consigliere lombardo e figlio del leader della Lega ha replicato affermando che «ci sono state altre gare di tipo politico e questa è quella meno politica di tante altre corse che ci sono state in Italia. Qui al Giro di Padania – ha concluso Renzo Bossi – si fa sport e lo si usa per conoscere meglio il territorio». Quanto alle proteste che sono in corso proprio in questi momenti prima dell’avvio della terza tappa, si limitato a commentare che si tratta di «poche persone contro le migliaia che seguono la gara».
e.marletta
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