#Giu LeManiDaiProf: un hashtag nato a Tradate, per «cercare di salvare il salvabile» come spiega il suo creatore, , rappresentante di istituto del liceo Marie Curie.
Perché nell’era dei social network la protesta corre sui fili del web, e grazie a Twitter parte da un liceo di provincia per arrivare direttamente sulla scrivania del Presidente del Consiglio. Tutto per cercare di mantenere fino a settembre i propri professori.
Tutto comincia con il concorso per presidi, quello che nel 2012 venne sospeso da un ricorso, perché le buste usate per consegnare le prove scritte vennero giudicate «troppo trasparenti», lasciando quindi intravedere ai commissari le generalità dell’esaminando, compromettendo così l’imparzialità della valutazione.
I professori aspiranti presidi sono rimasti in attesa per quasi due anni, in cui la prova è stata ricorretta e gli orali ripetuti. Dopo l’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato, finalmente la vicenda ha avuto una soluzione: le prove, questa volta, sono valide, e i 355 professori lombardi «bloccati» dietro la cattedra finalmente diventeranno dirigenti scolastici. Per recuperare il tempo perso, però, non si può aspettare la fine dell’anno scolastico: stasera i nuovi presidi sapranno la sede che dovranno dirigere da lunedì questo.
Una buona notizia per i prof, ma pessima per gli alunni. Soprattutto quelli che, a giugno, dovranno affrontare la maturità. «Per noi è stato un colpo – spiega Givago – perché rinunciare ad un professore a marzo, significa di fatto fare un salto nel buio. Soprattutto per quelle sezioni che avrebbero avuto quell’insegnante come membro interno alla maturità».
I ragazzi non ci stanno, non capiscono perché non fosse possibile aspettare settembre. Così nasce l’idea della protesta “social”: «Un hashtag da diffondere via Twitter e Facebook – racconta Givago – da diffondere al più presto, per raggiungere e assediare pacificamente, ma in maniera costante e decisa, sia l’Ufficio Scolastico Regionale che il premier ».
Perché, come dicono e, studentesse dello psicopedagogico a Tradate, «Renzi ha detto che tra le priorità del suo Governo c’è la scuola. Ci sembrava giusto fargli sentire la nostra voce su questa vicenda».
La protesta si espande. Vengono coinvolti per primi gli altri licei della provincia, poi i licei milanesi. E #GiuLeManiDaiProf diventa la parola d’ordine per tweet come questo: «@matteorenzi se l’educazione è il futuro, perché privare 7000 studenti dei loro prof (neopresidi) a 100 giorni dall’esame?
Trecento adesioni in una notte
Non solo: ieri pomeriggio un nutrito gruppo di studenti milanesi ha presidiato l’ingresso dell’Ufficio Scolastico Regionale. «Sappiamo che molto probabilmente non cambieremo le cose – dice Givago – ma è comunque importante farsi sentire. E i social network ci sembrano il modo migliore per arrivare a chi promette di dare un nuovo corso al Paese».
A Matteo Renzi è stata anche mandata un’email, e una petizione online in una sola notte ha sfiorato le trecento adesioni.
Il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese, , chiude però la vicenda: «Mi rendo conto del disagio, ma non è possibile aspettare fino a fine anno. Il 40% delle scuole lombarde ha aspettato anche troppo i suoi presidi»
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