Niente giunta provinciale ieri sera, giovedì 17 ottobre. Una situazione irrituale ma possibile, considerando i complicati equilibri emersi dopo le elezioni provinciali. I numeri emersi nei seggi dell’elezione di secondo livello (riservata cioè a sindaci e consiglieri), infatti, non sono stati favorevoli al Partito Democratico, che sperava in un seggio in più per consolidare la maggioranza che ha guidato Villa Recalcati negli ultimi due anni.
Il presidente della Provincia, Marco Magrini, si trova ora a risolvere una complessa equazione politica. La distribuzione delle deleghe e la composizione della nuova giunta non sono ancora definite, ma la strada sembra tracciata. La vicepresidenza dovrebbe andare al Partito Democratico, con il nome di Stefano Bellaria, sindaco di Somma Lombardo, che sembra prevalere sugli altri candidati. La segreteria provinciale dei dem aveva inizialmente proposto una donna, Alessandra Agostini, ma Magrini potrebbe preferire Bellaria, ritenuto una figura di maggior peso politico. Fabio Passera, apprezzato dal presidente, è stato escluso per evitare una giunta troppo sbilanciata verso il Nord della provincia.
Premazzi bocciato perchè troppo ambiguo?
Un nome che difficilmente sarà considerato per la vicepresidenza è quello di Mattia Premazzi, nonostante la sua esperienza: troppo ambiguo il suo atteggiamento in questa fase e persino un “camaleonte” come Magrini, che certo non si è mai fatto problemi a cercare accordi a destra e a sinistra, pare abbia manifestato una certa insofferenza verso il sindaco di Venegono Inferiore, “troppo ondivago”.
Forza Italia tradisce il centrodestra?
Nonostante i numeri risicati, Magrini può contare su una maggioranza solida, composta dal Partito Democratico e da una parte significativa dei centristi. In un colpo di scena, Forza Italia sembra pronta a “tradire” il centrodestra e partecipare alla giunta di Magrini, affiancandosi al PD. Un segnale di questo spostamento è la probabile assegnazione di deleghe di rilievo agli azzurri, suggellando una collaborazione inaspettata tra Forza Italia e il Partito Democratico.
All’opposizione, Fratelli d’Italia, Lega e Lombardia Ideale (quest’ultima non disponibile persino ad avviare un minimo dialogo con Magrini) cercano di attrarre i “naufraghi” che potrebbero rimanere senza incarichi, ma per ora il blocco di sostegno al presidente sembra reggere. Tuttavia, la scelta di Forza Italia di affiancarsi a Magrini ha destabilizzato l’assetto del centrodestra, che ora dovrà ripensare le sue strategie per contrastare la nuova coalizione.
La distribuzione delle deleghe è solo una questione di tempo. Se il Partito Democratico otterrà la vicepresidenza, Forza Italia avrà incarichi di rilievo, e un posto potrebbe essere riservato a Pierluigi Gilli, rappresentante del centro legato a Gianfranco Librandi e Italia Viva, che continua a muoversi con cautela nel contesto varesino.
Magrini ha già una strategia in mente, ma non ha fretta di concludere. La legge non impone tempistiche stringenti, e il presidente vuole assicurarsi di consolidare le alleanze prima di formalizzare la giunta.