Giustizia/ Alfano all’attacco: Battersi in piazza per riforma

Riva del Garda, 2 apr. (TMNews) – La settimana che si apre
lunedì è carica di passaggi delicati sul fronte della giustizia,
dalla ripresa del dibattito parlamentare sul processo breve al
voto di Montecitorio sul conflitto d’attribuzione per il caso
Ruby. A far salire ancora di più la tensione ci ha pensato il
ministro della Giustizia Angelino Alfano. Parlando nel corso
della convention di Rete Italia, ospite di Roberto Formigoni, il
Guardasigilli ha indicato nella piazza uno degli strumenti utili
a sostenere la riforma della giustizia.

“Ci batteremo per far passare queste riforma della giustizia
nelle piazze”, ha promesso il ministro, invitando i formigoniani
e il Pdl alla “militanza” per sostenere dal punto di vista
“culturale, pratico e materiale” la riforma, contro “il
pregiudizio dei soloni del diritto che ritengono che noi non
siamo idonei culturalmente a proporre una riforma
costituzionale”.

Parole dure, accompagnate dal tentativo di spronare il centrodestra ad agire subito nella direzione della riforma: “‘Se non ora, quando?’. Che aspettiamo, che torni la sinistra? Io sarei dell’idea di farla noi, la riforma, anche prendendoci il tempo della prossima legislatura”. E sempre rivolto alla sinistra il ministro ha aggiunto: “La riforma non va bene perché siamo brutti e cattivi, questa è l’ultima teoria. Non fanno il bene dell’Italia pur di fare il male di Berlusconi”. Non si tratta di un progetto punitivo nei confronti delle toghe, ha assicurato Alfano, “non ho nulla contro la magistratura” e anzi “ringrazio ed esprimo solidarietà” alla “stragrande maggioranza” dei giudici che “prima di andare a lavoro portano la figlia a scuola e poi a sera tornano a casa senza passare dagli studi televisivi”.

La platea è quella di Formigoni e il ministro della Giustizia non ha mancato di spendere parole di elogio per il governatore lombardo: “Chi governa bene in Lombardia è capace di governare bene l’Italia”. Concetto potenzialmente in grado di essere interpretato come un’investitura per la leadership nazionale, tanto che il Guardasigilli ha subito precisato: “Qualunque cosa io dica, viene da fonte di stretta ortodossia berlusconiana e quindi non è possibile intravedere un doppio senso..”.

Tom

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