Rimini, 4 dic. (Apcom) – Sì alla durata ragionevole del processo, ma non certo nei modi previsti dal ddl su quello breve, che ha contenuti talmente deficitari da portare i penalisti italiani a dichiarare lo stato di agitazione e a minacciare un’astensione dalle Udienze. E’ la dura presa di posizione dell’Unione Camere Penali, che ha convocato d’urgenza il consiglio nazionale per decidere che condotta tenere nei confronti della nuova iniziativa giudiziaria della maggioranza.
“Il disegno di legge sul processo breve – dicono i penalisti guidati da Oreste Dominioni – ignora completamente che la durata indeterminata delle indagini preliminari è la ragione prima della violazione del principio di ragionevole durata; una riforma che vuol essere efficace in questo senso dovrebbe assicurare un giudice capace di garantire un forte controllo giurisdizionale sull’attività del pubblico ministero in particolare sul rispetto della disciplina dei tempi delle indagini preliminari”.
“Inoltre – è la tesi degli avvocati – non è legittimo discriminare gli imputati sulla base di condizioni soggettive o della natura e gravità del reato, escludendo dalla “ragionevole durata” reati di marginale rilevanza penale ed includendone altri più gravi: il diritto ad un processo giusto, e dunque anche alla sua ragionevole durata, non consente compressioni. Un simile provvedimento, peraltro, non potrà garantire processi di durata ragionevole se non sarà accompagnato da significativi stanziamenti di risorse e da un loro impiego razionale: non tenerne conto significa legiferare al di fuori di ogni necessaria valutazione di effettività”.
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