«Siamo sulle tracce dei rapitori. Ci siamo attivati immediatamente; da prima che la notizia del rapimento delle due cooperanti italiane diventasse di dominio pubblico». Lo ha detto ieri il vice ministro agli Esteri . , coordinatore regionale e capo gruppo in consiglio regionale PD, conferma «l’eccellente lavoro, sempre sotto traccia, svolto dagli organismi istituzionali in campo».
Alfieri sin dalle prime battute dell’emergenza per il rapimento di , studentessa gaviratese di 21 anni, e , 21 anni studentessa di Brembate, fondatrici del progetto umanitario Horryaty e arrivate in Siria il 28 luglio scorso, ha sempre mantenuto i contatti «con gli organismi in campo».
Alfieri ha lavorato alla Farnesina e con lo stesso Pistelli: «Grazie a questa esperienza – spiega Alfieri – che mi ha portato a trattare vicende complesse di questa portata e conoscendo come lavora il vice ministro Pistelli, non posso che avere massima fiducia nell’esito della missione. Sempre attraverso questa esperienza diretta come diplomatico so che in queste situazioni è necessario mantenere un riserbo assoluto senza spendere parole a vanvera».
In campo, tra l’altro, ci sono i servizi segreti sia italiani che siriani che stanno lavorando sotto traccia per individuare il gruppo dei rapitori con i quali aprire un canale di trattativa. Ad oggi non ci sarebbero ancora state richieste di riscatto per la liberazione delle due ragazze. Almeno nessuno fonte ufficiale lo conferma. «Su questa vicenda non bisogna né fare un allarmismo eccessivo, né però abbandonarsi all’ottimismo – continua Alfieri, invitando quindi all’equilibrio assoluto – Quello siriano è un teatro estremamente complesso da anni martoriato dalla guerra civile in atto. Non è un terreno facile sul quale muoversi: attenzione e prudenza devono essere massime perché lo scenario è delicatissimo».
Alfieri allarga lo sguardo su una situazione più ampia: «Migliaia di cristiani vivono oggi una situazione di estremo pericolo – aggiunge – Da parte del Pd l’impegno sarà massimo. Ha detto bene il premier all’inizio del semestre europeo: non possiamo restare passivi». Alfieri conclude tornando all’esperienza alla Farnesina: «Ci sono tanti giovani che si impegnano in azioni concrete animati da lodevoli principi. Per fortuna, aggiungo, ce ne sono molti. Ma quando si parte per l’estero soprattutto se verso Paesi dagli scenari complessi o Paesi in guerra o potenzialmente ad alto rischio è fondamentale avvertire sempre la Farnesina e mantenersi in contatto con organi istituzioni per evitare o comunque limitare situazioni potenzialmente pericolose».
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