Gli evasori la fanno franca E il Comune paga due volte

Palazzo Borghi rinuncia a incassare tasse arretrate per 457mila euro. Ma dovrà saldare il conto da 73mila euro della società di riscossione

– Ici e Tarsu non pagate, il Comune rinuncia ad incassare 457mila euro. Il paradosso è che, per aver provato a riprendersi questi soldi, ora deve pagare quasi 73mila euro ad un istituto di recupero crediti.
I numeri. In ballo ci sono 619 cartelle della vecchia Ici, l’imposta comunale sugli immobili “pensionata” dall’Imu, per un totale di 135mila euro. Oltre a queste, ecco 1.461 bollettini della Tarsu, il vecchio nome della tassa sui rifiuti, per un importo complessivo di 322mila euro.

/>In totale si tratta di 457mila euro, soldi che il Comune avrebbe dovuto incassare tra il 2001 e il 2010. Vecchi ruoli, questo il nome in gergo tecnico, che l’amministrazione difficilmente potrà incassare. E che quindi eliminerà dalla voce crediti del bilancio comunale.
«Attenzione – ammonisce però il delegato alle Finanze – per legge non possiamo abbandonare queste somme». Detto altrimenti: non compariranno più nella contabilità, per evitare di “drogare” il bilancio, ma Palazzo Borghi proseguirà nella caccia ai debitori. «È un’operazione di routine, dopo un certo periodo questi crediti vengono scaricati dal bilancio».
Come detto, si continuerà a cercare di incassare queste somme, pur nella consapevolezza che «più sono vecchie e più è difficile riuscire a riscuoterle».
Ma come è possibile che qualcuno non paghi l’imposta sulla casa e quella sui rifiuti e poi la faccia franca? «Generalmente casi come questi riguardano aziende che sono fallite, proprietari che hanno venduto l’abitazione o inquilini che si sono trasferiti altrove». E che il Comune non è in grado di rintracciare.