Il capogruppo di Fratelli d’Italia torna ad affrontare il tema di via Pacinotti lasciato in sospeso qualche mese fa. «Ho presentato un’interrogazione per poter sapere a che titolo l’area comunale di via Pacinotti è stata assegnata alla comunità islamica come luogo di preghiera e di culto dal 2012 al 2016 – dichiara – e se era stata concessa a titolo oneroso».
Dai documenti ricevuti risulta che negli ultimi 5 anni la concessione dell’area per il mese delle celebrazioni del Ramadan e della Festa della Rottura non aveva titolo oneroso. «Ho posto queste domande all’attuale amministrazione ma credo che sarebbe più giusto porle a chi ha governato la città negli ultimi anni» prosegue de Bernardi Martignoni. Che sottolinea come, secondo lui, non sia una decisione corretta: «Le altre associazioni versano una quota per l’occupazione del suolo pubblico, non vedo perchè in questo caso non siano state applicate le stesse norme».
L’esponente di Fratelli d’Italia non ne fa una questione meramente religiosa – «si deve offrire a tutti la possibilità di esprimere il proprio credo (sia esso politico o religioso)» – ma di rispetto delle regole e delle decisioni prese da chi di competenza: «Se non vi è la possibilità di assegnare un’area comunale, ci si può rivolgere a privati». Il capogruppo di FdI riconosce il diritto sancito dalla costituzione di professare la propria fede ma precisa come «spetta al sindaco valutare se vi sia la possibilità di concedere un’area. Bisogna accettare la risposta».
Gli ostacoli incontrati oggi dalla comunità islamica vengono paragonati dal consigliere di Fratelli d’Italia a quelli riscontrati quando era militante del Movimento Sociale: «Alcuni comuni non erano così “solerti” nel concedere al partito le autorizzazioni per allestire un gazebo quindi so cosa vuol dire, per questo siamo i primi a voler tutelare la libertà di espressione, ma nel rispetto delle norme vigenti».
Ma com’è la situazione a pochi giorni dall’inizio del mese più importante per i fedeli di Maometto? «Non abbiamo ancora trovato un’area per il Ramadan – confida , responsabile dell’Associazione il Faro – Non sappiamo cosa fare, mancano davvero pochi giorni».
All’orizzonte forse, fuori dai confini gallaratesi, si apre un piccolo spiraglio. «Lunedì abbiamo un appuntamento con il proprietario di un campo sportivo privato di Cardano al Campo, ed è anche al coperto» spiega Jabbar. «Fino all’ultimo abbiamo sperato di poter pregare a Gallarate – conferma – ci siamo rivolti anche alle agenzie immobiliari ma abbiamo ricevuto solo risposte negative». Il rammarico è tanto: «Abbiamo preso molti accorgimenti per non arrecare danni – conclude il rappresentante della comunità islamica – utilizziamo altoparlanti a basso volume, ci occupiamo dei parcheggi e della pulizia. Aspettiamo di firmare un contratto. Sarà un lungo weekend di attesa per noi».