Importavano illegalmente tabacchi dall’estero, inondando il mercato della Lombardia con quintali di stecche di sigarette, meno costose ma più dannose per la salute, che non avrebbero dovuto varcare il confine italiano. Nel vortice illecito di “bionde”, smantellato nelle ultime ore dalla Guardia di Finanza di Malpensa, sono finiti anche dei cittadini lombardi, un giovane di 34 anni di origini cinesi residente in provincia di Bergamo, oltre a un comasco e un monzese. Complessivamente sono stati 94 i passeggeri,
denunciati a piede libero per l’importazione abusiva di tabacchi.
Ma l’operazione, definita “Tobacco road”, ben più articolata, ha visto coinvolti nel traffico illecito di sigarette un numero ancora più cospicuo di persone: si parla di 161 passeggeri (94 denunciati, 66 sanzionati con una multa e un arresto). Secondo la ricostruzione effettuata dai militari della Finanza, nel periodo di indagine, durato alcuni mesi, sono state sequestrate circa 3 tonnellate di stecche illecitamente importate in Italia dall’estero. Sempre secondo la ricostruzione investigativa, il flusso di merce lavorata all’estero arrivava in particolare dai paesi dell’Europa orientale, dall’Africa settentrionale e dalla Cina.
I cittadini denunciati avrebbero importato dall’estero quantità di tabacchi superiori ai dieci chilogrammi. Per gli “spalloni” che, invece, hanno importato quantità inferiori ai 10 chilogrammi, sono scattate violazioni amministrative per un importo complessivo pari a circa 1.500.000 euro. Oltre il 60% dei passeggeri fermati risulta provenire dall’Europa orientale (in testa la Russia con 15 soggetti multati, seguita dall’Ucraina con 11, dall’Armenia con 10 e dalla Moldavia con 9), dal Senegal (15 passeggeri) e dalla Cina (11 soggetti). L’attività della Finanza inoltre ha confermato il trend legato al fenomeno di quelle che in gergo vengono chiamate “cheap white”, ossia sigarette prodotte legalmente in alcuni paesi orientali e del Medio Oriente, spesso con pacchetti molto simili alle marche più conosciute e acquistate in Europa, ma non ammesse alla vendita all’interno dell’Unione Europea, perché considerate non rispondenti agli standard di sicurezza comunitari e ancora più dannose per la salute. Sigarette sempre più diffuse: il loro prezzo, che può essere anche inferiore del 50% a pacchetto rispetto alle sigarette tradizionali, è un incoraggiamento al mercato clandestino del contrabbando.