Il carabiniere che l’altra notte ha sparato al rapinatore in fuga che ha investito lui e il suo collega ferendo in modo grave quest’ultimo ha fatto il suo dovere. Ne siamo profondamente convinti. Non diremo “uno di meno” riferendoci a , perché anche se ci mettiamo la faccia senza nasconderci dietro a un social network, non dimentichiamo mai di non essere né un giudice né Dio. Un uomo è morto e non c’è nulla di cui rallegrarsi a prescindere da come abbia vissuto.
Tuttavia facciamo nostre le parole pronunciate l’altro ieri da , sindaco di Cassano Magnago, paese natale del rapinatore: «Trunfio ha scelto la sua strada». Ha scelto la sua strada a prescindere dai suoi precedenti, a prescindere dalle rapine che poche ore prima aveva commesso nella nostra provincia.
Ci fermiamo alle 3 della notte tra lunedì e martedì, quando Trunfio, ricercato in tutto il territorio a causa delle precedenti scorribande, ha scelto di mettere la retro e lanciare l’auto a tutta velocità contro i militari che gli avevano intimato l’alt. Ha scelto non soltanto di mettersi al di fuori della legge danneggiando tutti noi che invece quella legge la rispettiamo, ha scelto di sputare in faccia alla vita di un altro. Avrebbe potuto decidere di fermarsi, di farsi arrestare, di scontare una pena che per molti sarebbe stata troppo mite in ogni caso, e magari di cambiare se stesso, di impegnarsi nella volontà di liberarsi da un demone come quello della tossicodipendenza e di stare accanto a quella madre malata in modo grave alla quale gli inquirenti hanno invece dovuto comunicare la sua morte. Così facendo si sarebbe salvato la vita due volte. Ha deciso diversamente. E il carabiniere ha fatto il suo dovere: ha fermato con l’uso di un’arma, che gli è consentito in quanto appartenente a una forza di polizia legittimata a farlo, un uomo pericoloso non soltanto per lui o per il collega, ma per l’intera collettività. Un concetto semplice quanto fondamentale. Un’azione che il nostro territorio ha compreso sino in fondo. Al di là dei proclami dei politici, Bronx o non Bronx, finalizzati a tutelare l’immagine di un territorio nascondendo la polvere sotto il tappeto buono (meglio sarebbe guardarli in faccia certi problemi, perché quello è il solo modo per risolverli), i cittadini si sono dimostrati tali. Dichiarandosi pronti a scendere in piazza a sostegno di quel carabiniere che ha fatto il suo dovere. Una piazza che non dovrà essere contro la magistratura (i magistrati fanno il loro lavoro e applicano la legge; piuttosto battiamoci per cambiare la legge), ma solidale con chi ha rischiato la propria vita, e lo farà ancora ogni giorno della sua carriera, per difenderci. Una piazza solidale al fianco di chi ha fatto il proprio lavoro fermando chi ha mostrato disprezzo per la vita. L’altra notte è stata quella di due carabinieri, due giorni dopo la vita in gioco avrebbe potuto essere quella della commessa in un supermercato. Una piazza che certo potrà fare un ulteriore sforzo: passato il momento di pancia, quella piazza dovrà essere capace di denunciare ogni stortura alla quale assisterà, senza mai voltarsi dall’altra parte. Senza mai alzare le spalle e dire: «Non è un mio problema». In quella piazza dovrà correre l’obbligo di essere cittadini. Dovrà correre per tutti l’obbligo di fare il proprio dovere.