Serve appeal. Inutile lamentarsi che non ci sono voli a Malpensa, se l’aeroporto rimane scarsamente attrattivo. Servono negozi, spazi commerciali da mettere a disposizione dei passeggeri, tempi di transito da ridurre vertiginosamente per chi arriva da una destinazione e deve ripartire per un’altra, la trasformazione stessa dello scalo in un punto di transito.
«Il treno arriva e si ferma a Malpensa. Invece, dalla stazione ferroviaria realizzata al terminal 1 bisognerebbe poter andare ovunque, come succede a Zurigo, non solo a Milano», esemplifica Marcos Moura, presidente del Comitato utenti di Malpensa, istituzione voluta da un decreto legislativo che ha recepito la direttiva comunitaria 96 e che ha creato in ogni aeroporto il proprio Operators users committee, punto di riferimento delle compagnie aeree, delle società di handling, dei vettori cargo, degli utenti.
Nel dibattito riaperto sul futuro di Malpensa, entra la voce autorevole del Comitato utenti, che invoca un cambio di passo. «L’aeroporto deve essere un punto di transito nella rete di trasporto, come sancito dalla Commissione europea, e un punto di riferimento del commercio – afferma Moura – Abbiamo scritto di recente al presidente Sea Pietro Modiano, chiedendo incontri regolari e cadenzati, perché non ci riteniamo sufficientemente coinvolti. Il presidente ci ha offerto la massima disponibilità e noi, insieme ad Aoc (Airlines operators committee, ndr), ci auguriamo la massima apertura nel futuro». Cosa serve a Malpensa? «Investire in qualità», risponde Moura.
© riproduzione riservata