Anche la Provincia di Varese ha il suo ecomostro. Non si tratta di un brutto palazzone, ma di diversi edifici rosa a tre piani, con piscina, spogliatoi e campo da calcetto che si trovano a Golasecca. Per costruirle, però, è stato abbattuto un bosco di pregio, grande quasi quanto due campi da calcio di Serie A. Costruzioni realizzate all’interno del Parco del Ticino, in buona parte senza alcun permesso. In un’area sotto tutela.
Quello scoperto dalle indagini degli uomini della Forestale è un grande complesso residenziale che costituisce un immenso abuso edilizio. Talmente grosso che la sua realizzazione prefigura un reato specifico, quello di delitto paesaggistico, contestato per la prima volta in Provincia di Varese e probabilmente in tutto il Nord Italia. Cinque persone sono già state rinviate a processo per questo e altri reati di tipo ambientale.
Il 18 settembre in aula arriveranno il titolare dell’impresa edile Farinelli, committente delle opere e proprietario delle aree, i titolari delle ditte esecutrici delle opere, del progettista e direttore dei lavori più il funzionario dell’ufficio tecnico comunale, l’architetto che avrebbe dovuto vigilare sul rispetto delle norme. Sì, perché la cosa più incredibile è che, in un piccolo paese come Golasecca, tutti si erano accorti di quello che stava succedendo poco fuori dal paese. Chi doveva controllare , però, aveva forse altri interessi. A condurre le indagini, coordinate dal sostituto procuratore , è stata il Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con l’ufficio tecnico del Comune.
Ed è proprio il responsabile di Polizia Giudiziaria per i reati ambientali che spiega come il tecnico abbia rilasciato i permessi a costruire senza autorizzazione paesaggistica al disboscamento del terreno e senza attuare i controlli e la vigilanza, nel più totale spregio delle regole. «A quanto ci risulta – spiega Corbella -, dopo aver autorizzato l’intervento si è licenziato dal Comune ed è stato regolarmente assunto dalla società committente delle opere».
L’area interessata dall’intervento è grande 11.600 metri quadri. 24 gli appartamenti abusivi, oltre ad opere realizzate che non erano previste nel progetto. Tra queste una piscina, un campo di calcetto, spogliatoi. Interventi che hanno comportato un ampliamento della volumetria che ha superato la soglia dei 750 mc, quella che fa scattare l’accusa di delitto paesaggistico. «Questo reato è di difficile contestazione, soprattutto al Nord – spiega il sostituto procuratore Maria Cristina Ria -, perché purtroppo al Sud siamo abituati ad abusi edilizi ed ecomostri. Qui un po’ meno».
A Golasecca tutti sapevano da anni. Ieri, per trovare la zona, bastava chiedere agli abitanti del paese dove fossero quei palazzoni costruiti dove prima c’era un bosco, nel Parco del Ticino. «Ah, quelli di Farinelli, come no – rispondevano in paese -. Glielo dico io dove sono». Un processo, quello che inizierà il 18 settembre, reso possibile anche dalla collaborazione della nuova amministrazione comunale di Golasecca, guidata dal sindaco Maria Maddalena Reggio. Ma come è possibile che sia successo? Alla domanda prova a rispondere il procuratore . «Dobbiamo chiederci dove sono i controlli. Mancano nel settore della finanza, come in questo settore». Purtroppo, però, i soldi evasi si possono anche recuperare, gli 11.600 mq di bosco, invece, sono definitivamente persi.
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