Lisbona, 21 nov. (Apcom) – Che il rapporto di fiducia fra Silvio Berlusconi e Mara Carfagna si fosse definitivamente spezzato, lo si è capito da una parolina durante la conferenza stampa del premier dopo il vertice Nato a Lisbona: la “signora Carfagna”. Lo stesso sostantivo con cui si riferiva a Veronica Lario nei prodromi del divorzio, quando scoppiò il velina-gate.
Quando il Cavaliere ha parlato in Portogallo, le agenzie non avevano ancora rilanciato le anticipazioni dell’intervista al ‘Mattino’ in cui il ministro delle Pari Opportunità annuncia che il 14 dicembre voterà la fiducia ma poi si dimetterà da governo, dal partito e pure dal Parlamento perché il Pdl in Campania è ormai ridotto a una “guerra tra bande”. La promessa che il Cavaliere le ha fatto ieri in una lunga telefonata di occuparsi della faccenda al suo ritorno, evidentemente, non è bastata.
E da Lisbona il premier è stato secco. Mara? “Non mi ha fatto tribolare. E’ una cosa a cui non annetto particolare difficoltà”. Semmai c’è da “stropicciare gli occhi”, a vedere i giornali che invece di occuparsi di vertice Nato o Finanziaria, stanno lì a titolare sulla “signora Carfagna”.
D’altra parte è chiaro che Silvio Berlusconi ha tutto tranne che intenzione di mostrarsi debole. E nemmeno incompreso in patria visto che – dice – ha ancora il 56% del gradimento (anche se in una telefonata al Pdl milanese domenica aveva parlato del 60%), primo tra tutti i leader europei. Ma soprattutto il presidente del Consiglio mostra i muscoli sulla ‘sfida’ del 14 dicembre alle Camere. “Avremo una buona fiducia, con buoni numeri che ci dovrebbero consentire di governare e cioè di approvare le riforme” afferma. E se così non dovesse essere “nulla – osserva – potrà opporsi al ritorno agli elettori” e a quel punto ci sarà una ottima affermazione sia alla Camera che al Senato”. Anche senza Fini? “Le avremo con un’alleanza di centrodestra” chiosa il premier. E a scanso di equivoci La Russa aggiunge: “A buon intenditor poche parole”.
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