Grande folla per OgliariIl figlio: "Papà, sei stato grande"

VARESE «Affettuosamente Milano» è il titolo di uno dei quasi trecento libri che portano la firma di Francesco Ogliari e che ne tramanderanno alle generazioni che verranno il ricordo, la cultura e l’incrollabile umanità. «Affettuosamente Malnate» è il tributo che la città in assoluto più amata, e quella mai dimenticata, ha rivolto ieri pomeriggio al suo «professore», stroncato a 77 anni da una malattia ma vicinissimo fino all’ultimo al «nido» dove ha scelto di restare per sempre,

accanto alla figlia Patrizia, scomparsa a quattro anni nel lontano 1963, per guardare assieme a lei, da un cimitero che somiglia a un balcone, il via vai dei treni che ha sempre amato.
Amato e raccontato in una monumentale storia dei traporti, in anni di appassionato insegnamento alla Iulm, in quell’incredibile scrigno di testimonianze che è (e resterà) il museo di Ranco. E che lo hanno coccolato fino all’ultimo, passando inattesi sul ponte della ferrovia alle 16.40 spaccate.

UN FISCHIO NEL SILENZIO
Già, il treno. Quello conosciuto per la prima volta a Malnate insieme al nonno Francesco, cancelliere della corte d’Appello di Milano, e alla nonna Rachele. Quello che ieri pomeriggio lo ha salutato per l’ultima volta con un fischio di cinque minuti proiettato da una locomotiva delle Ferrovie delloStato nel silenzio della stazione delle Nord di Malnate. Erano le 14.30, ed è passato puntuale, come avrebbe voluto il professore. Alle 15.30, il feretro ha raggiunto la parrocchia di San Martino di Malnate, accompagnato per l’ultima volta dai figli Giacomo (Jack Ogliari per i tanti fan del campione di rally) con Francesca e Lilla (Maria Rachele) con Alberto, dalla loro mamma Luisa e dalla moglie Jolanda. Ad attenderli c’erano le lacrime, ma anche gli amici di sempre e i rappresentanti delle città cui ha dato aiuto e affetto: il sindaco di Varese, Attilio Fontana, dove Ogliari fu assessore dei trasporti e papà del grande sogno della funicolare; Sandro Damiani, primo cittadino di Malnate e Francesco Cerutti, di Ranco.
Dove i tantissimi alunni delle scuole elementari, cresciuti grazie a lui a pane e locomotive, non dimenticheranno mai il loro «nonno». Un cuore di rose bianche e rosse, l’«Amore» di Jole, e tre libri delle fime per raccogliere i tanti grazie al professor Ogliari, che ha scelto il raccoglimento di una cerimonia sobria, scandita per sole tre volte dal suono di una tromba e dal melanconico «Silenzio» intonato a fine cerimonia da Davide Casafina della banda di Malnate, un tributo alla sua presidenza del Coro degli Apini di Milano dove, in mattinata, nella parrocchia di Santa Maria della Passione di via Conservatorio, era stato il capoluogo meneghino a salutare per sempre il suo ex assessore alla cultura.

Sara Bartolini

e.marletta

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