UBOLDO «È stato un omaggio giusto, vero, sentito, dignitoso e magico, un omaggio a un guerriero che non ha mai avuto paura di nulla e ha sempre reagito per superare tutti gli infiniti ostacoli che la vita gli ha ingiustamente vomitato addosso».
Sono parole di dolore, quelle del papà di Luca Ciccioni, il bambino di 10 anni malato di leucemia e morto nella notte fra sabato e domenica. E di ringraziamento per le centinaia di persone che lunedì pomeriggio si sono radunate nella chiesa parrocchiale di Uboldo per partecipare ai funerali di “Ciccio”, «volato in cielo come un angelo». Sulla sua tomba, nel cimitero di Uboldo, in tanti hanno depositato fiori e pensieri dedicati a un bambino che ha lottato a lungo contro la malattia, senza mai perdere il sorriso.
«Da sabato tutti hanno dimostrato a Luca di non averlo lasciato solo nel momento del bisogno – spiega Andrea, il papà – hanno contribuito a rendergli omaggio. Luca non meritava di morire, meritava altro dalla vita». Sono giorni di lutto per i tanti uboldesi che per due anni sono stati vicini a Luca e alla sua famiglia, da quando è partita una mobilitazione che è cresciuta giorno dopo giorno per farlo sentire meno solo in ospedale e quando grazie alle terapie riusciva a trascorrere qualche settimana a casa. E per le maestre e i compagni di scuola, che non potranno più riabbracciare l’amico, studiare con lui e rincorrere assieme a lui un pallone durante l’intervallo.
I calciatori dell’uboldese Pro Juventute, la squadra dove Luca giocava in porta prima della malattia, durante i funerali hanno reso omaggio al compagno portando in chiesa uno striscione con i colori della società e leggendo un breve ricordo con la voce rotta dall’emozione. Sul fan club creato su Facebook dall’idea di un amico di famiglia per fare compagnia a Luca durante la degenza in ospedale, dove rimane la foto del bambino sorridente, continuano ad arrivare in queste ore messaggi da parte degli utenti della rete di tutta Italia.
Andrea Gianni
f.tonghini
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