Forse il nostro direttore Andrea Confalonieri ha scelto il giorno sbagliato, ieri, per il suo riposo settimanale se è vero (come è vero) che più di una persona gli ha chiesto preoccupata: «Ma Confa, cos’è successo? Perché ti hanno fatto fuori?». Tranquilli, il direttore è saldissimo al suo posto di comando. Ma di certo non possiamo negare che per tutti noi (ed evidentemente anche per tutti voi lettori) quella di mercoledì è stata una giornata davvero speciale.
Sotto tanti punti di vista.
Forse chi di voi ha preso in mano il numero speciale di ieri, eccezionalmente diretto dal campione cassanese Ivan Basso, avrà pensato a una specie di messinscena. Il classico passaggio in redazione per due foto di rito, un editoriale scritto da qualcun altro con la firma taroccata e via di bella figura fatta e finita. Non è così. Non è stato per niente così. E, credeteci, questa esperienza ha lasciato noi giornalisti stupiti e meravigliati per primi.
Per questo oggi vogliamo dire noi grazie a Ivan. Grazie di cuore. Perché passare una giornata intera insieme a lui ci ha davvero arricchiti, dal punto di vista umano e anche professionale. In redazione fin dal mattino si è presentato un uomo desideroso di vivere appieno l’opportunità che gli abbiamo offerto. Un uomo che si è seduto sulle nostre sedie, accanto ai nostri computer. Che ha ragionato insieme a noi, che ha voluto condividere la nostra quotidianità, il nostro lavoro, le nostre riflessioni cercando di imparare ma soprattutto, forse senza rendersene conto, insegnandoci tantissimo. Dimostrandosi, per certi versi, più giornalista di tanti giornalisti. Mettendoci una volontà e uno spirito critico che talvolta noi stessi rischiamo di dare per scontato.
La riunione iniziale che Ivan ha voluto fare con tutti noi seduti attorno allo stesso tavolo è uno dei ricordi più belli che conserveremo per il resto della nostra carriera: ci ha permesso, forse per la prima volta, di capire realmente quello che facciamo ogni giorno. Forse per la prima volta ci siamo trovati faccia a faccia con un lettore che eccezionalmente si trovava dall’altra parte della barricata e ci faceva accorgere seduta stante di come il nostro lavoro sarebbe stato percepito dall’utente finale. Cioè da voi, dal nostro pubblico, le persone a cui siamo tenuti a rispondere in tutto ciò che facciamo.
E allora, a costo di ripeterci e di risultare pesante, grazie ancora una volta a nome di tutti noi caro Ivan Basso: ci hai fatto provare l’ebbrezza di una scalata, di scoprire la sferzata di vento inattesa al di là del tornante ma anche la gioia di tagliare il traguardo a braccia alzate. È stato splendido, e speriamo lo sia stato anche per te. Questa sì che sarebbe la nostra maglia rosa.