Il calvario di Luca Campani, purtroppo, non è ancora concluso. La luce in fondo al tunnel però, seppur lontana, si vede. Da pochi giorni Campani non è più un giocatore di Varese, il suo contratto è scaduto e non è stato rinnovato dalla società biancorossa.
Il futuro però può attendere, perché prima c’è una forma fisica ed una salute da ritrovare. È stato sfortunato nell’ultima stagione, non vede il campo da sei mesi ma è disposto a riprendersi con il tempo tutto ciò che ha lasciato per strada. D’altronde, la carta d’identità segna 27 anni e per questo ancora gli sorride: c’è tempo e spazio per recuperare e tornare grande.
Sto bene, sono a casa mia a Reggio Emilia e mi sento abbastanza bene. Purtroppo, meno di un mese fa, ho dovuto subire un’altra operazione dopo quella di marzo, che semplicemente si è rivelata inutile. Per fortuna ora, a Reggio Emilia, siamo riusciti a risalire alla causa del problema e questo mi rincuora. Sto finendo il periodo con le stampelle, il problema è stato completamente sistemato e posso dire di essere molto ottimista. Chiaro, ci vorrà ancora del tempo e della pazienza, come se non ne avessi già avuta finora, ma va bene.
Allora, devo dire che solitamente quando ho un problema, ed è capitato molto spesso nella mia carriera, scelgo sempre la via dell’operazione, che ti obbliga a portare pazienza ma solitamente ti risolve il problema. Questa volta però non ne posso più, davvero. Devo cercare di rimanere comunque positivo, perché di alternative non ce ne sono. Chiaro che a pensarci, tre operazioni in un anno, con i relativi periodi in stampelle, le riabilitazioni varie, è una situazione pesante. Lo è a maggior ragione adesso, che sono senza squadra e non gioco da sei mesi. Però mi concentro ora su una buona riabilitazione per poter tornare in campo presto.
Non lo so, credo che almeno fino a metà agosto, quindi un tempo stimato di circa un mese e mezzo, dovrò pensare a rimettermi e a riprendere la forma. Quando sarò pronto per giocare e starò bene, il vero problema sarà far vedere e dimostrare a tutti che sono guarito, che sto bene. Se poi i problemi scompaiono, sarà naturale capire che ho superato tutto. Comunque l’importante è risolvere il problema, non farò vacanze e penserò solo a riprendermi. So che ci vorrà pazienza, mi metterò sotto a fare palestra, palestra ed ancora palestra. Spero a metà agosto di essere pronto per giocare.
Io a Varese posso dire di aver passato due anni bellissimi, nonostante quest’anno in campo non abbia dato alcun contributo alla squadra. Fuori dal campo mi sono sempre trovato bene, ho instaurato un rapporto stupendo con molti amici di Varese che sento quasi quotidianamente. Quindi mi sono trovato bene, e mi ha fatto più che piacere ricevere molti attestati di stima e di affetto nel momento in cui è stato comunicato il mio addio. O meglio, la fine del mio contratto. Leggere di gente che ti scrive e ti fa l’in bocca al lupo mi lusinga, significa che ho lasciato soprattutto un ricordo positivo come persona, che per me è l’aspetto più importante. Se poi anche il ricordo del giocatore sarà positivo, sarà ancora meglio.
ampo, invece, qual è stato il punto più alto?
La seconda parte della stagione scorsa è stata bellissima, quando ci siamo messi a posto abbiamo iniziato un cammino straordinario. Siamo arrivati fino alla fine in Coppa e l’abbiamo persa negli ultimi trenta secondi. È mancato qualcosa perché fosse una stagione indimenticabile, almeno per me, perché non so quante altre volte mi ricapiterà di giocare una finale europea, che sia anche la Fiba Europe Cup e non l’Eurolega.