Grecia/ Ecco il piano austerità: tagli da 30 mld euro entro 2012


Bruxelles, 2 mag. (Apcom)
– L’accordo raggiunto ad Atene per un programma pluriennale di consolidamento di bilancio e di riforme strutturali, fra le autorità greche da una parte e dall’altra la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale, prevede tagli alla spesa pubblica da 30 miliardi di euro entro il 2012, e il rientro del deficit pubblico al 3% entro il 2014, con una riduzione di 11 punti percentuali in quattro anni. L’accordo prevede anche il taglio della tredicesima e della quattordicesima degli impiegati pubblici. Lo ha riferito ad Atene, durante una conferenza stampa, il ministro delle Finanze Georges Papaconstantinou.

Papaconstantinou ha precisato che verranno comunque previste delle compensazioni per i redditi più bassi. Altra misure di austerità prevista è un nuovo aumento dell’Iva, che è già al 21%, di due punti percentuali. “Daremo le risposte che si aspettano i nostri partner, tutti conoscono la posta in gioco, tutti conoscono i nostri programmi”, ha detto il ministro delle Finanze.

Il ministro greco non ha rivelato l’ammontare esatto dei prestiti previsti dal meccanismo congiunto eurozona/Fmi, dicendo che sarà annunciato nel pomeriggio a Bruxelles, dopo il via libera da parte dell’eurogruppo. E’ noto per il primo anno i paesi dell’eurozona metteranno sul tavolo 30 miliardi di euro e l’Fmi circa 15 miliardi (ma forse di più, secondo indiscrezioni recenti), mentre per l’ammontare complessivo su tre anni la cifra considerata più probabile finora è quella di 120 miliardi di euro. Papacostantinou ha annunciato poi che il debito pubblico greco aumenterà ancora, arrivando a superare il 140% del Pil nel 2014, per poi cominciare a scendere. La Grecia, ha aggiunto, intende tornare a finanziarsi “al più presto possibile” con il ricorso ai mercati e la normale emissione di bond, anche se “gradualmente”, così come prevede d’altra parte il meccanismo di assistenza congiunto eurozona/Fmi.

Il premier greco George Papandreou aveva in mattinata parlato della necessità di “grandi sacrifici” perchè l’alternativa è la “bancarotta” del paese. Ma i sindacati sono sul piede di guerra.

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