Grecia/ Eurogruppo sposta su piano politico questione tecnica

Lussemburgo, 20 giu. (TMNews) – La decisione dell’Eurogruppo di rinviare a metà luglio l’esborso della quinta tranche del prestito già concesso alla Grecia un anno fa – condizionandola all’approvazione del nuovo piano di austerità da parte del Parlamento greco e legandola a un secondo prestito per Atene, ancora da definire nei dettagli – è in realtà un modo di aiutare il governo di George Papandreu, che sta affrontando un’opposizione sociale e politica sempre poiù forte; allo stesso tempo, consente di sottrarsi, almeno per ora, alle pressioni delle forze populiste presenti nei governi olandese e finlandese, e attenua anche i contrasti interni in seno alla coalizione tedesca. I ministri dell’Eurozona, insomma, sono riusciti a “spostare sul piano politico una questione finanziaria tecnicamente molto complicata”, ha detto oggi a Lussemburgo un fonte diplomatica di uno Stato membro, tornando sull’esito della riunione dell’Eurogruppo conclusasi attorno all’1.45 della notte scorsa.

“Se fosse stata approvata l’erogazione della quinta tranche – ha spiegato la fonte – sarebbe venuta meno la pressione sul parlamento greco, che domani vota la fiducia al nuovo governo Papandreu, e a fine mese il programma di austerità e risanamento economico. Certo – ha osservato la fonte -, sarebbe stato diverso se il ministro greco si fosse presentato ai colleghi con un accordo di unità nazionale stipulato dalle maggiori forze politiche nazionali, ma così non è stato”, visto che l’opposizione ha rifiutato l’offerta di Papandreu, che era disposto anche a dimettersi. In questa situazione, decidere già ora l’erogazione della quinta tranche sarebbe stato visto ad Atene come una conferma che gli aiuti finanziari sono un dato acquisito comunque, indipendentemente del voto del Parlamento; che invece è fondamentale per avere le garanzie necessarie all’attuazione del programma concordato con l’Ue e l’Fmi.

Sarà ora un po’ più difficile, per l’opposizione dei conservatori di Nea Democratia (che nella crisi hanno responsabilità pesantissime, visto che quand’erano al governo hanno truccato i conti pubblici) minare gli sforzi del governo cavalcando la protesta sociale e soffiando sul fuoco dell’impopolarità delle durissime misure da prendere e di quelle già prese. Le conseguenze che avrebbe uno stop all’assistenza finanziaria dell’Ue e dell’Fmi, sarebbero molto peggiori, visto che la bancarotta dello Stato diventerebbe a questo punto inevitabile.

E’ chiaro, inoltre, che c’è un legame molto forte fra la quinta tranche del primo prestito, destinata a rispondere ai bisogni immediati di Atene fino a settembre, e il secondo presito, ormai certo, che permetterà di continuare a finanziare il debito greco a medio termine, probabilmente fino al 2015. “E’ logico che, per sborsare i 12 miliardi della quinta tranche del primo presito, i ministri finanziari e l’Fmi vogliono essere sicuri che la Grecia sarà in grado di restituirli, quando sarà il momento; e per essere in condizioni di farlo, Atene avrà bisogno del secondo prestito per risanare il proprio bilancio”, e per questo”, ha concluso le fonte.

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