Atene, 11 mar. (Ap) – Un’altra giornata di sciopero nazionale oggi in Grecia contro il piano di austerità varato dal governo e recentemente inasprito per garantire il risanamento dei dissestati conti pubblici. Lo sciopero, convocato dalle due maggiori confederazioni sindacali del paese, è il secondo in una settimana. Sono previste manifestazioni ad Atene e in tutte le maggiori città del paese.
Resteranno a casa statali, insegnanti, personale ospedaliero, controllori di volo, settori del privato e giornalisti mentre le rappresentanze di polizia, vigili del fuoco e guardia costiera contano di partecipare alle manifestazioni. La scorsa settimana altre proteste avevano dato luogo a scontri tra frange di violenti e forze dell’ordine ad Atene.
A difesa delle manovre di risanamento, invece, e contro gli scioperi si è oggi scagliato il presidente degli industriali ellenici. L’austerità è inevitabile e chi protesta vuole mandare la Grecia “a chiedere l’elemosina all’estero”, ha attaccato Dimitris Daskalopulos, capo del Sev, l’equivalente greco di Confindustria. “Tra la bancarotta e le recessione, tra l’incudine e il martello – ha avvertito – non c’è altra scelta per sfuggire al baratro”.
Nei giorni scorsi Atene ha annunciato misure supplementari che, facendo leva su tagli alla spesa pubblica e aumenti delle imposte, puntano a rimpinguare il bilancio di 4,8 miliardi di euro già da quest’anno. L’obiettivo è ridurre l’incidenza del deficit sul Pil di quattro punti, dall’esplosivo 12,7 per cento toccato nel 2009. I sindacati non ci stanno: “Cercano di far pagare ai lavoratori il prezzo di questa crisi”, ha affermato il leader del Gsee, il principale sindacato del settore privato. Sul piede di guerra anche gli addetti della PA, con il sindacato Adedy, particolarmente toccati dall’inasprimento.
Fcs/Voz
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