L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lombardo, ha consentito di accertare un articolato e consolidato sistema di frode, attuato attraverso l’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, l’omessa presentazione delle dichiarazioni sia dei redditi che dell’imposta sul Valore Aggiunto.
Il complesso delle attività ha permesso il recupero a tassazione di circa 40 milioni di euro di ricavi ed un Imposta sul Valore Aggiunto per quasi 10 milioni di euro.
Tre imprenditori dell’hinterland milanese sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria ed è stata avanzata alla competente Autorità Giudiziaria una proposta di sequestro preventivo sui beni di proprietà, quantificati in oltre 600.000 € e costituiti da 5 immobili, 4 autoveicoli e quote societarie.