«Noi non vogliamo parlare di omicidio stradale. L’omicidio è omicidio. In questo caso secondo noi il reato ipotizzabile è l’omicidio volontario».
Sono le parole di, presidente dell’Associazione Familiari delle vittime della strada “Per una strada che non c’è” di Busto Arsizio. All’indomani della conferma che il giovane che guidava l’auto sulla quale è morta ra ubriaco con un tasso alcolemico cinque volte più alto del consentito e con la patente sospesa da alcune settimane per guida in stato d’ebbrezza.
«I ragazzi in generale non sono consapevoli dei rischi legati all’abuso di alcol, è l’età – continua Restelli – Oggi si dimentica il valore della vita e quei valori di onestà, di equilibrio, di sincerità e passione che erano propri dei nostri avi si sono persi completamente».
La colpa? A suo parere è della società. «La parola della famiglia – afferma il presidente – vale uno mentre una trasmissione televisiva demenziale vale 100: questa purtroppo è la proporzione. I ragazzi vanno tutti in giro con strumenti informatici che nemmeno sanno usare e credono di far parte di quella tecnologia».
Ecco dunque l’intervento dell’associazione. «È dura – ammette Restelli – ma da undici anni continuiamo ad andare avanti». Tra le altre iniziative, i componenti del gruppo si recano nelle scuole per parlare con gli adolescenti e per mostrare loro dei video da cui emerge un messaggio semplice e forte: qualcosa, anche nella vita ordinaria, può capitare a chiunque. La vita è appesa ad un filo.
«Quello che facciamo – spiega il presidente – non è educazione stradale. Noi educhiamo alla vita. Non mostriamo brutte immagini, ma il bello dell’esistenza. Ciò che è negativo i giovani, secondo noi, lo proiettano sugli altri, pensano che sia lontano da loro: il nostro obiettivo invece è suscitare il desiderio del bello».L’associazione utilizza diversi canali per farsi sentire: tra questi c’è la musica. Su youtube ha caricato la “Canzone per un amico che non è più tra noi” (i testi e la musica sono della cantautrice) che mette in guardia dai rischi legati alla strada.
La scorsa domenica mattina alle 4 Lucia Ranieri, 19 anni, è morta in un incidente stradale a Lonate Pozzolo: al conducente, a cui settimane prima avevano ritirato la patente, è stato riscontrato un tasso alcolemico superiore di cinque volte i limiti di legge. Oltre al guidatore, si sono salvati anche l’amica e il fidanzato della diciannovenne di Cardano al Campo e il conducente dell’altra auto coinvolta nello scontro, una Bmw.
Restelli ribadisce:«Noi non vogliamo parlare di omicidio stradale. L’omicidio è omicidio. E poi in un caso come questo secondo noi il reato ipotizzabile è l’omicidio volontario. Non è incoscienza quella che caratterizza una persona che si mette alla guida di un’auto senza avere la patente, ubriaco e portando a bordo anche degli amici». Pene certe ed eque: questo l’auspicio del presidente dell’Associazione Familiari delle vittime della strada “Per una strada che non c’è”.
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