Gusto di Brianza est: il sapore del territorio

Buon appetito, Vimercatese. E senza organismi geneticamente modificati. Perché alla vigilia del debutto di Gusto di Brianza est, la lunga rassegna gastronomica aperta ufficialmente a marzo e con appendici fino al termine dell’estate, è arrivato il via libera agli ogm dall’Europa. Che da queste parti, nell’oriente della nuova provincia, significa Oreno: la sua patata, quella di una sagra con radici profonde secoli e in corso di recupero totale. Un simbolo, proprio come l’asparago rosa di Mezzago, ormai alle porte della sua stagione dopo il migliore raccolto di sempre, nel 2009, per qualità. «Nessuno da me vuole ogm – ha tagliato corto Giuliano Fumagalli, l’eroe della produzione orenese – Vogliono patate naturali: vogliono sapere cosa mangiano»: ed è la stessa opinione della Coldiretti milanese dopo l’autorizzazione della Commissione Ue.

Con le barricate degli agricoltori locali parte Gusto di Brianza est, progetto ideato dall’associazione Amici della storia della Brianza in collaborazione con Associazione Parchi del Vimercatese e un cartello di altre realtà pubbliche e non, con il sostegno della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza e della Banca di Credito cooperativo di Carugate, nonché la complicità del Cittadino: giovedì scorso, a Vimercate, la presentazione ufficiale in biblioteca. L’idea è

semplice: riscoprire i prodotti locali, il loro uso, le ricette e il territorio che li ha visti nascere e tramandare. Prima di tutto, con due mesi di menu speciali nei ristoranti aderenti e il ritorno di due classici della primavera vimercatese: la Pieve in bici e le Cascine aperte in Brianza, entrambe manifestazioni fissate per il 18 aprile. Ma non è finita: gli eventi prevedono anche camminate nel verde a partire da maggio, altre biciclettate, la proposta di gite a chilometri zero per le scuole, corsi di cucina con i ristoratori e la scuola di agraria del parco di Monza.

Aspettando aprile, pronto in tavola: i ristoranti che hanno accolto l’idea propongono menu a prezzi variabili con il minimo comune denominatore dei prodotti del territorio. Significa risotto al Cepp rosso (vino di Montevecchia) con caprino stagionato di Cascina Vergani, oppure rossumada soufflè, prosciutto crudo di Marco D’Oggiono e formaggini di Montevecchia, pane del Molgora, ossobuco con gremolada e manzo alla California, che è la frazione di Lesmo, niente a che spartire con Hollywood, surf e Lakers. E poi boroeula, pollastra della Brianza, bogia e nervet, pollo cotto nella birra di Monza e, per chi non teme nulla, stracotto d’asino. Per i più piccoli, nei ristoranti, subito un regalo: un gioco dell’oca dedicato al Vimercatese e ai suoi tesori agricoli e naturalistici, per insegnare a grandi e bambini che cosa, prima di tutto, sarebbe un delitto perdere.

«Un’area dalle grandi potenzialità non ancora adeguatamente conosciute ma soprattutto non opportunamente sfruttate – ha detto Andrea Monti, assessore al turismo della provincia monzese – Abbiamo la grande responsabilità di portare il nome del Vimercatese e della Brianza nelle offerte turistiche».
Massimiliano Rossin

m.rossin

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