«Harlem Shake hai rotto…» Controvideo made in Besozzo

BESOZZO È made in Besozzo, la protesta virtuale contro il cosiddetto Harlem Shake, il nuovo tormentone video musicale che sta spopolando da mesi su internet.
Per dire basta all’ennesima moda virtuale, due ragazzi, con l’aiuto di altri due amici, hanno realizzato un contro video, in cui il tormentone dell’Harlem Shake viene letteralmente preso a calci. Il video già postato su youtube, è stato girato nella casa di Michele Protti, il “socio” del regista e attore protagonista Jonathan Sottocorna,

per tutti Jonny.
I due vista la loro passione per i video ed  i cortometraggi, hanno fondato con Riccardo Protti ed Edoardo Racchetti, gli altri due protagonisti del controvideo, il gruppo “Projetti studios”. Originariamente, l’Harlem Shake è un ballo inventato più di 30 anni fa in un quartiere di New York, che veniva eseguito durante l’intervallo delle partite di basket.
A trasformare una danza in un fenomeno virale è stato un dj, che ha caricato su youtube un video in cui lui ed i suoi amici, vestiti con colorate tutine, si scatenano sulle note di Harlem Shake. Il video è stato visto ben 41 milioni di volte e da lì sono iniziati a circolare imitazioni e interpretazioni come quella dei giocatori della Juventus e del Manchester City o quelle dei finalisti di Amici 12 e delle conigliette di Playboy. Per non parlare dei video di amici, studenti e colleghi d’ufficio che hanno invaso la rete. Da Besozzo arriva un controvideo per dire basta. Nel video si vede Jonny in costume da bagno e come mantello un telo mare che inizia a ballare l’Harlem Shake nel salotto di casa Protti. Seduti sul divano ci sono Michele, suo fratello Riccardo ed Edoardo, che anziché lasciarsi coinvolgere nella danza, come avviene in tutti gli altri video presenti in rete, iniziano a prendere a calci il malcapitato protagonista.
«L’idea del video è venuta a tutti e quattro – spiega Jonny – la moda dell’Harlem Shake comincia a diventare fastidiosa e così abbiamo cercato un modo originale per fare capire al mondo di internet come vorremmo che finissero tutti gli Harlem Shake».

e.marletta

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