SAMARATE – “Ho fatto ciò che dovevo fare, buona Pasqua”. Emergono nuovi dettagli sull’assassinio di Teresa Stabile, 55 anni, uccisa mercoledì sera nel cortile condominiale di via San Giovanni Bosco a Samarate dove la donna viveva. Ad accoltellarla a morte è stato il marito Vincenzo Gerardi, 57 anni, reo confesso, che però nega di aver premeditato l’aggressione. Diversa l’opinione degli inquirenti che per contestare la premeditazione puntano, in particolare, su una serie di lettere testamento lasciate dall’omicida ai figli nelle quali parlerebbe del omicidio-suicidio indicando il 16 aprile, ovvero quando il delitto si è consumato, quale data per il compimento del suo piano.
Ma che ha inviato, subito dopo l’aggressione, un messaggio alla suocera, la madre della vittima, che dice: “Ho fatto ciò che dovevo fare, buona Pasqua”. Per gli investigatori un dettaglio ulteriore non solo sulla volontà di uccidere di Gerardi, ma sul fatto che avesse pianificato l’aggressione.
“Ho fatto ciò che dovevo fare, buona Pasqua”: la lucida follia premeditata del killer di Samarate

Vincenzo Gerardi, 57 anni, reo confesso, ha accoltellato a morte mercoledì sera la moglie Teresa Stabile, 55, dalla quale si stava separando. L'agghiacciante messaggio alla suocera dopo l'aggressione e le lettere lasciate ai figli con tanto di data precisa del delitto che avrebbe compiuto