«Ho ingoiato rospi. E m’hanno fatto bene»

Sabrina Fadda, 26 anni, ha combinato scuola e lavoro sin da giovanissima, accumulando esperienze. Ora che è a due passi dalla tesi, ha in tasca uno stage alla Deloitte Touche. «Decisiva la Career week»

– Il mondo del lavoro lo ha conosciuto quando era poco più che una ragazzina: i primi stage infatti risalgono ai tempi in cui frequentava ragioneria a Varese. Poi il suo curriculum si è riempito di quelli che, derubricati spesso nella categoria dei lavori saltuari, possono fare la differenza.
Ora che sta per laurearsi, dopo un percorso di studi all’Università dell’Insubria, sono stati proprio loro il grimaldello per entrare in stage alla Deloitte Touche, uno dei templi della consulenza aziendale nel cuore economico finanziario milanese.

Sabrina, con l’entusiasmo dei sui 26 anni, da qualche settimana fa la vita del pendolare tra Varese e Milano che d’inverno vuole dire uscire e rientrare con il buio.
«Ora che avevo anche da completare la tesi – racconta – non ho avuto tempo per niente altro. Cosa ho messo da parte? Ho accantonato la palestra, la corsa e gli amici».
In agenda adesso c’è una data più importante delle altre, quella del 23 febbraio: quel giorno ci sarà

la discussione della tesi. Per la Laurea specialistica Sabrina ha scelto il corso di Economia e management Internazionale. In questo modo il 70% dei sui studi parla inglese. «Credo che questo sia stato un altro punto di vantaggio nell’entrare in stage dove comunque, secondo me, un ruolo lo ha giocato anche la fortuna». A creare l’occasione è stata la Career week che l’ateneo varesino ha proposto per la prima volta nell’autunno scorso.
«Lì è avvenuto il primo contatto – racconta Sabrina – e devo dire che la selezione successiva non è stata semplice, anche perché eravamo in molti ad essere interessati a quella posizione».
Per quello stage della durata di sei mesi presso la Deloitte Touche che prevede anche un rimborso spese, si sono presentati in molti.
Sul piatto, al primo colloquio, Sabrina ha dovuto mettere tutto il bagaglio accumulato in anni di lavori come commessa, barista e promoter.
«Saper ingoiare rospi – dice – non abbattersi di fronte a un rimprovero, dimostrare che si è pronti ad andare avanti sempre». Insomma prima ancora che saggiare le conoscenze, a essere messa alla prova è stata la capacità di reagire di fronte alla difficoltà. «L’aver conosciuto presto il mondo del lavoro – dice – è stato fondamentale per non arrendermi». Un motivo in più per non rinnegare la scelta fatta fin da giovanissima di proporsi per occupazioni saltuarie che le garantissero un suo gruzzoletto. «Un impegno che mi sono sempre presa – spiega – perché credo sia giusto potersi anche sostenere da sé e non contare sempre sulla famiglia».
Da un paio di settimane Sabrina ha una postazione di lavoro dove vede passare prospetti finanziari, dati economici e contabilità.

«Il settore mi piace – dice – e spero che dopo questi sei mesi possa aprirsi la possibilità di un successivo contratto, magari di apprendistato. Comunque so che già aver fatto una simile esperienza, per una giovane laureata come me, è un fatto molto positivo».
E dopo anni trascorsi felicemente nella sua città, Sabrina se la sente di ammettere che i confini ormai erano diventati stretti.
«Questa esperienza – dice – mi serviva proprio anche se non sono per nulla pentita di aver studiato in città: l’Università a Varese mi ha permesso di conciliare studio e lavoro e credo che sia ora di smettere di pensare che solo gli atenei milanesi sono di alto livello. Io qui ho avuto una preparazione davvero ottima e quello che sto facendo ne è la prova».