«L’ho colpito perché non ce la facevo più. Sono stata aggredita e mi sono difesa. La situazione era diventata insopportabile, insostenibile. Era l’unica via di uscita che avevo». , 44 anni di Vergiate, anche se da pochi mesi abitava ad Arsago Seprio, ha confessato davanti al Pm il delitto del convivente di 52 anni. L’interrogatorio in carcere è durato una decine di ore, tra la mattinata e il pomeriggio: la Gasperini, ancora molto provata per quello che è accaduto lo scorso 10 settembre, nella loro casa vacanza ad Alghero, ha reso piena confessione raccontando al magistrato sardo l’esatta dinamica dei fatti e tratteggiando anche il presunto difficile quadro familiare nel quale si sarebbe ritrovata a convivere.
È la prima ammissione
Per la prima volta la donna si è assunta le proprie responsabilità. Finora, infatti, si era limitata a descrivere la quotidianità tra le mura domestiche: una realtà, fatta, secondo la sua versione, e confermata anche durante l’interrogatorio avvenuto nelle ultime ore, da continue aggressioni e violenze fisiche e psicologiche. Ma la donna non aveva mai confessato il crimine. Con il trascorrere del tempo evidentemente la signora ha acquisito lucidità e consapevolezza di ciò che era avvenuto il 10 settembre nella loro camera da letto.
La coniuge gli ha inflitto una coltellata fatale che non gli ha lasciato scampo. Poi ha chiamato la figlia chiedendo di contattare i soccorsi. Ma per Pietro Girardi non c’era già più nulla da fare. La compagna, accusata dell’omicidio e ora anche reo confessa, è stata subito trasferita al carcere di Sassari dove si trova tuttora. L’autorità giudiziaria sarda ha ascoltato il racconto fornito dalla Gasperini che ha dipinto uno scenario di convivenza sempre più complesso. «Era un incubo», tanto che l’unica via di uscita che ha pensato di avere era quella di eliminare la causa delle sue sofferenze fisiche e psichiche.
Nuovo interrogatorio
Per il momento resta in Sardegna. La strategia difensiva, peraltro, almeno per il momento non è neppure tesa a chiedere un trasferimento. Lo ha spiegato con chiarezza l’avvocato che la sta assistendo, del foro di Verbania: «Molto probabilmente verrà interrogata di nuovo anche nelle prossime settimane – spiega il legale – l’autorità giudiziaria ha raccolto il suo racconto e ora sta compiendo tutti gli accertamenti per verificarne la credibilità. In questo momento ha molto più senso restare qui dove tutti hanno capito cosa è successo. Quando emergeranno nuovi dettagli sulla convivenza, ci sarà molta più comprensione. Non dico che sarà giustificata, perchè stiamo comunque parlando di un omicidio, ma comprensione sì».n