Un fascicolo con l’ipotesi di reato di incendio colposo: è quello che ha aperto la Procura di Busto Arsizio dopo il rogo alla Piatti Freschi di Marnate. Non un atto dovuto, ma una decisione della magistratura: i carabinieri di Saronno si stanno ora occupando di tutti gli accertamenti del caso per risalire alle cause delle fiamme. Che, pare, potrebbero essere scaturite in seguito a lavori di manutenzione non eseguiti a regola d’arte.
La situazione resta difficile ma la parola d’ordine è una sola: ricominciare. Per ritornare alla normalità. E per ridare nuovamente fiato a un’attività che al territorio ha sempre dato un buon valore aggiunto. Per l’occupazione, l’indotto economico e anche per l’immagine di laboriosità che ha sempre caratterizzato il territorio.
Mentre i vertici dell’azienda Piatti Freschi, su cui un rogo si è accanito una manciata di giorni fa mandando in fumo gran parte dell’edificio, stanno adoperandosi perché l’attività possa riprendere in un futuro il meno lontano possibile, il sindaco rinnova la vicinanza. E rassicura che nell’aria non vi è traccia di sostanze che possano causare qualche problema a chi risiede nelle vicinanze come qualcuno aveva temuto.
Lo fa con i dati delle rilevazioni dell’Arpa tra le mani che lo hanno portato a estendere alla cittadinanza un comunicato rassicurante: «Il sindaco e il consiglio comunale – si legge- nell’esprimere vicinanza alla proprietà e a tutti i suoi lavoratori e lavoratrici, sentita l’Arpa dipartimento di Varese, comunica che non esiste alcun tipo di problema riferito all’aria in quanto non sono state rilevate immissioni particolari».
La qualità dell’aria nelle vicinanze del luogo dell’incendio, dunque, non sembra avere subito contraccolpi. Il primo cittadino invita però i residenti della zona ad armarsi un po’ di pazienza perché, afferma, «stante la vastità dell’incendio, per qualche giorno e soprattutto nelle vicinanze dello stabilimento si potrà percepire ancora odore derivante da combustione».
L’azienda, che un tempo faceva parte del gruppo Gs alimentari, ora appartiene invece alla famiglia del gruppo Fres.co. Su ciò che possa essere stato all’origine dell’incendio sono in corso indagini e accertamenti. L’azienda è decisa a fare ripartire l’attività al più presto anche se, naturalmente, non è dato sapere entro quali tempi questa speranza potrà tradursi in realtà.
Intanto si sta intervenendo anche per garantire ai lavoratori le forme opportune di tutela. A essere rilevante, come anche lo stesso Scazzosi ha fatto notare, è il fatto che nessuno di loro abbia subito danni fisici anche se la ferita sul piano morale e lavorativo è naturalmente di quelle che non ci impiegano poco per essere rimarginate.
Insomma, l’incendio ha tolto soltanto temporaneamente il fiato all’azienda di via Kennedy ma non le ha di certo reciso la cosa più importante: la speranza di rialzare la testa.