Husqvarna, Roma chiede lumi Ma Bmw non spiega la cessione

Rammarico ed evidente disappunto, per la gestione dell’operazione che ha portato, nello scorso febbraio, alla vendita di Husqvarna da Bmw a Pierer Industrie e per la mancanza di chiarezza. La condanna del ministero dello Sviluppo Economico, come si evince dal verbale della riunione di martedi pomeriggio a Roma, è chiara. Nonostante le ripetute sollecitazioni del dicastero guidato dal ministro Flavio Zanonato, la Bmw non ha fornito risposte soddisfacenti agli approfondimenti richiesti dal ministero.

«Il ministero non può che esprimere rammarico per le modalità adottate nella gestione dell’operazione, in virtù delle evidenti e negative conseguenze sociali ed economiche – scrive il responsabile Giampietro Castano nel verbale – per queste ragioni, il ministero continuerà ad operare con tutti i soggetti coinvolti, al fine di individuare prospettive produttive ed agevolare un percorso condiviso di difesa occupazionale». Il 5 giugno scorso, nella sede del ministero a Roma, si è tenuto un incontro con il direttore della comunicazione di Bmw Italia Gianni Oliosi e con Nicola Bruning, responsabile dell’ufficio affari societari e governativi di Bmw Germania.

Nel corso della riunione, il ministero dello Sviluppo ha chiesto a Bmw di illustrare le modalità e le condizioni sottostanti alla cessione delle attività italiane di Bmw Husqvarna al gruppo austriaco Pierer Industrie. Il Governo italiano, come si legge nel verbale, ha chiesto in particolare ai dirigenti tedeschi se Bmw, al momento di cedere Husqvarna a Pierer «sapesse della volontà di quest’ultima di ristrutturare e cedere ad altra realtà, a poche settimane dalla conclusione dell’operazione, la quasi totalità delle attività produttive in capo a Husqvarna Italia».

Non solo, il Governo ha chiesto a Bmw di conoscere le condizioni economiche sottostanti all’operazione di vendita, in particolare oneri di ristrutturazione, asset ceduti, come immobili e magazzino, riconosciuti a Pierer Industrie. La risposta del gruppo tedesco è giunta telefonicamente il 17 giugno. «Bmw ha fatto sapere – riferisce il ministero – di non conoscere il verificarsi delle intenzioni del gruppo Pierer venute alla luce ora, ma era chiara l’intenzione di quest’ultimo di avviare una ristrutturazione; entrambe le parti in causa non forniscono alcuna indicazione circa il prezzo d’acquisto». Dopo queste scarne risposte, il Governo ha chiesto a Bmw ulteriori chiarimenti ed integrazioni che però ad oggi non sono arrivate; ma il tavolo a Roma resta aperto

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