Essere cittadini significa prendersi cura della città, insieme. Questo il presupposto dei Laboratori civici di Varese che partono domani pomeriggio, con il primo appuntamento, ospitato dalla scuola San Giovanni Bosco di via Busca 14. Un luogo accogliente e dalla valenza simbolica perché sia di buon auspicio al nuovo percorso che va a cominciare, spinto dall’assessore Dino De Simone con delega al decoro urbano, alla sostenibilità, tutela e gestione ambientale.
Proprio qui, nei locali della scuola elementare, si trova la biblioteca che più di altre ha raccolto volumi di educazione ambientale, diventando un punto di riferimento per la città in tal senso. Sempre qui, accanto al salone dedicato agli incontri pubblici, da anni hanno sede le Gev, le guardie ecologiche volontari che collaborano attivamente con il Comune nel controllo del territorio e in particolare delle sue aree verdi.
Un esempio positivo, anche se ben limitato, da cui partire per ragionare su nuove forme di collaborazione tra Amministrazione comunale e cittadini. «Ci sono posti in cui la gente si è tirata su le maniche e ha cominciato a curare giardini, scuole, strade, spazi abbandonati, senza i soliti ostacoli posti dalla burocrazia», spiegano i promotori. E sono questi gli esempi da cui partire nell’incontro che si svolgerà domani a partire dalle 17.30 in via Busca.
Il principio di base è semplice: gli spazi pubblici sono beni comuni, «roba nostra, nostra di tutti», quindi ciascuno ha il diritto di prendersene cura. «Lo dice la Costituzione», precisano da Labus, il laboratorio per la sussidiarietà partner del Comune in questa iniziativa assieme a Fondazione Cariplo, CSVnet Lombardia e Cesvov Varese. Compito delle amministrazioni comunali è permettere e agevolare questa attività da parte dei cittadini, «ma solo in pochi posti in Italia questo diritto è diventato realtà», aggiungono.
Ora anche a Varese il Comune intende approvare il «Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni», già implementato da oltre 100 Comuni in tutta Italia e in quasi tutti i capoluoghi lombardi.
L’idea dei laboratori civici è quindi quella di mettere in rete diversi gruppi e realtà cittadine che hanno interesse a prendersi cura di alcuni spazi della città, adottando una strada, un parco o un percorso, trovando nell’amministrazione comunale un aiuto e un riconoscimento, non un ostacolo burocratico.
«Una città dove siamo sempre più soli ed isolati non è davvero una città, perché la città è fatta dalle persone che ci abitano, non dagli edifici e dalle strade». Partendo da questi presupposti curare i beni comuni diventa un modo per curare la comunità e sé stessi: «Quando le persone fanno insieme qualcosa di concreto e di bello, per sé e per gli altri, ci si diverte, si conoscono nuovi amici, ci si sente parte di una comunità che protegge e ci fa sentire meno soli», si legge nell’invito a partecipare, rivolto a tutti i cittadini.