VARESE Caro-pedaggi sull’Autolaghi, a suon di dieci centesimi di rincaro alla volta, sono altri sei milioni sottratti alle tasche dei varesini. Categorie produttive in rivolta: «Si penalizza chi lavora».
È salatissimo per i varesini il conto degli ennesimi, puntuali ed immancabili, rincari di Capodanno sulle nostre autostrade. Pesano i dieci centesimi di aumenti dei pedaggi ai caselli: quello di Gallarate Nord limitato ai mezzi di lavoro, camion e furgoncini, quello di Gallarate Ovest sulla diramazione di Sesto Calende e quello di Lainate-Milano Nord che è
la “porta” del capoluogo lombardo per migliaia di pendolari varesini.
Pochi spiccioli, sì, ma capaci di portare il costo di un viaggio Varese-Milano fino a sei euro tra andata e ritorno, che diventano sei euro e 20 per chi guida un camion o un furgone e addirittura sei euro e 40 per chi percorre il tragitto Sesto Calende-Milano. Il salasso, in un anno (contando cinque giorni di lavoro a settimana e cinque settimane di ferie), si traduce in media in 47 euro per chi si muove in automobile tra Varese e Milano e in 94 euro per chi proviene da Sesto Calende e per chi si muove in camion da Varese.
Si può stimare un costo per la nostra provincia di circa sei milioni di euro, risorse tolte alle tasche di chi lavora per finanziare investimenti infrastrutturali di Autostrade per l’Italia che sull’Autolaghi difficilmente vedremo. Per ottenere questa stima prendiamo come riferimento i dati 2011 di Autostrade per l’Italia, che parlano di un traffico medio giornaliero di oltre 84 mila veicoli sulla A8 Milano-Varese e di 57 mila veicoli sulla diramazione Gallarate-Sesto Calende, e li “attualizziamo” alla media del 7,7 di calo di transiti che Autostrade per l’Italia ha registrato nella relazione intermedia 2012 risalente alla fine di settembre.
Sarebbero dunque all’incirca 78 mila sulla A8 e 53 mila sulla diramazione i veicoli interessati dai rincari dei pedaggi, per una stima totale di poco più di sei milioni di euro di conto annuo per i cittadini della provincia di Varese.
L’ennesima stangata, che per il presidente di Confapi Lombardia, il varesino Franco Colombo, «mortifica una volta di più la virtuosità del nostro territorio. Già paghiamo più tasse di tutti e resistiamo lavorando in condizioni difficili, così siamo ulteriormente penalizzati. Insieme all’aumento del canone Rai, che colpisce i cittadini ma anche gli esercizi commerciali, è la gabella più stucchevole, che dimostra l’insensibilità verso il tema dello sviluppo da parte di chi ci governa».
Il servizio completo sul giornale in edicola giovedì 3 gennaio
s.bartolini
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