Amministrative, il fattore Cinque Stelle nell’incertezza della sfida di Varese. E se dovessero essere loro a finire al ballottaggio? «Siamo noi il grimaldello per far entrare i cittadini onesti nelle istituzioni» promette , l’architetto che si candida a sindaco per il gruppo “grillino” di Varese e che rilancia il “bando assessori” per selezionare nove dei dieci elementi che dovranno comporre il suo eventuale esecutivo, se dovesse essere eletto. I sondaggi nazionali lo dicono chiaramente: il Movimento Cinque Stelle è saldamente la seconda forza politica del Paese, dopo il Partito Democratico.
Con una previsione di consenso che oscilla attorno al 25% ma che, in una rilevazione Ixè circolata la scorsa settimana, potrebbe arrivare a toccare addirittura il 30%. Così anche alle prossime amministrative, che per la valenza politica che assumeranno (sia per il peso delle città coinvolte, da Milano a Torino a Napoli, sia perché sarà un nuovo test sulla tenuta del premier Renzi) rischieranno di avere un respiro fortemente “nazionale”, il fattore Cinque Stelle è
tutt’altro che da sottovalutare. Soprattutto in una città come Varese, dove il centrodestra potrebbe anche arrivare a dividersi in due, se Lega e Forza Italia non dovessero riuscire a trovare la quadra sul candidato sindaco.
Fantapolitica? Mica troppo, se pensiamo a quel 25-30% di consenso nazionale stimato: è vero che alle amministrative in provincia il movimento dinon ha mai sfondato, ma la partita di Varese potrebbe farsi complessa, se gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra dovessero continuare a fare “melina” sui nomi da esprimere. Il deputato lo ha già detto in più occasioni: «Puntiamo al ballottaggio». Il consigliere comunale non si tira indietro dal denunciare le incongruenze della maggioranza, ad esempio contestando il multipiano di via Sempione: «In passato, noi e l’Udc eravamo stati i soli a votare contro il parcheggio, oggi loro hanno votato a favore e uno di loro è diventato assessore – sottolinea Cammarata – siamo rimasti soli, c’est la guerre…». Lo stesso Cammarata che denuncia «le promesse in prossimità delle elezioni, di tutto quello che non si è riusciti a fare negli anni precedenti».
Così a Varese i “grillini” ci provano. «Non per smania di potere, perché se andrà male noi andremo avanti per la nostra strada. Ma siamo noi l’unico grimaldello per far entrare i cittadini onesti nelle istituzioni – afferma Steidl – in queste settimane vedremo il proliferare di liste civiche, che hanno tutto il sapore di volersi solo sedere al tavolo della spartizione del potere e delle poltrone. Specchietti per le allodole. Ecco perché lo abbiamo annunciato e lo ribadiamo ad ogni occasione: noi non in nessun caso faremo papocchi, perché è l’unico modo per poter governare in maniera onesta e trasparente». Eppure il “bando assessori”, la campagna di reclutamento di potenziali membri di un ipotetico governo Steidl per Palazzo Estense, non ha finora riscosso i riscontri sperati. «Speravamo in qualche risposta in più, per ora sono poche decine, ma ambiremmo a più partecipazione per una selezione più puntuale – ammette il candidato sindaco grillino – Forse c’è timore di esporsi, anche se garantiamo l’anonimato. Rinnoviamo l’invito». Un segnale, anche questo, di una città che guarda un po’ di traverso la politica.
«Più che incertezza, vedo molta disaffezione in giro per la città – spiega Alberto Steidl, l’architetto scelto dal Movimento Cinque Stelle di Varese come candidato sindaco – Da quando siamo entrati anche noi nella “gabbia” della politica attiva, la gente fa fatica a distinguerci dai partiti tradizionali, e noi scontiamo questo luogo comune e una certa superficialità. Ma i cittadini devono rendersi conto che il Cinque Stelle è l’unico movimento di rivoluzione concreta». E domani inizieremo a pubblicare i primi risultati della nostra iniziativa “Vota il tuo sindaco ideale”: ci saranno più personaggi della “società civile”, dal giornalismo allo sport, che non politici di professione…