Se alcune malattie non si possono ancora vincere, la battaglia contro il dolore e la solitudine dei malati terminali fa registrare nuovi importanti traguardi. In meno di due anni dall’attivazione, l’ospedalizzazione domiciliare, avviata dall’Unità di Cure Palliative degli Ospedali Riuniti nel novembre 2008 e finanziata dalla Regione Lombardia con un fondo dedicato, ha consentito a duecento persone, anche bambini, di trascorrere a casa le ultime settimane di vita, sorretti dall’affetto dei loro cari, senza rinunciare all’assistenza che avrebbero avuto in Hospice.
Un traguardo raggiunto anche grazie all’Associazione Cure Palliative, che da quando ha promosso la nascita dell’Hospice di Borgo Palazzo, finanzia ogni anno l’attività di personale specializzato. Per quest’anno la donazione – formalizzata venerdì 23 luglio nella Sala Consiliare dell’Azienda ospedaliera – ammonta a 150 mila Euro, la somma necessaria per rafforzare l’équipe con la presenza di tre medici palliativisti e uno psicologo, impegnati in particolar modo proprio nell’assistenza domiciliare e nelle cure palliative pediatriche.
«Il progetto di ospedalizzazione domiciliare ci consente di seguire i pazienti in fase avanzata senza che debbano lasciare la propria casa, garantendo la reperibilità telefonica medica e infermieristica 24 ore su 24 – ha commentato Gianbattista Cossolini, primario del reparto di Cure Palliative dei Riuniti -. Stare in famiglia ha molti vantaggi psicologici per il paziente e per i suoi cari, in particolare quando i pazienti sono bambini. Inoltre questa soluzione, affiancandosi alla degenza in Hospice, ci consente di aumentare il numero dei malati che riusciamo a seguire».
Gli Ospedali Riuniti sono stati recentemente individuati dalla Regione Lombardia come centro di riferimento regionale per lo sviluppo di una rete lombarda per le cure palliative pediatriche, in virtù dell’esperienza praticamente unica in Italia che l’Ospedale di Bergamo ha maturato in questo ambito. «Si tratta di un riconoscimento per il grande lavoro svolto fin qui dalla nostra équipe – ha commentato Claudio Sileo, direttore sanitario degli Ospedali Riuniti –, che è una delle poche in Italia in grado di assistere anche pazienti pediatrici, che hanno bisogni peculiari e diversi dagli adulti. Le cure palliative pediatriche interessano piccoli numeri di pazienti ma sottendono situazioni con pochi paragoni in termini di drammaticità e di complessità».
I Riuniti hanno avviato il programma di cure palliative in ambito pediatrico nel maggio del 2005, fino a dar vita al progetto “Caterina”. In media in provincia di Bergamo ogni anno vengono assistiti 10 bambini che hanno bisogno di cure palliative specialistiche, colpiti da malattie oncologiche, patologie congenite, malformazioni, o gravi patologie degenerative genetiche e metaboliche. In quasi 5 anni sono stati più di 50 i bambini che sono stati assistiti dagli Ospedali Riuniti, provenienti dalla sezione oncologica del reparto di Pediatria, dalla Terapia intensiva pediatrica o dalla Neuropsichiatria infantile.
«Questa nuova donazione dimostra la storica vicinanza dell’Associazione Cure Palliative al nostro ospedale e la comune volontà di perseguire i medesimi obiettivi: garantire la qualità delle cure e dell’assistenza ai malati in fase avanzata e alle loro famiglie, durante la degenza in Hospice, ma anche negli ambulatori e quando tornano a casa – ha sottolineato il Direttore Generale dei Riuniti Carlo Bonometti -. Il sostegno dell’Associazione ci permetterà di dare continuità alla presenza di professionisti già positivamente inseriti nella nostra équipe, impegnati in particolare in due progetti in cui crediamo molto e che fanno del nostro ospedale una struttura all’avanguardia nel panorama italiano delle cure palliative: l’ospedalizzazione domiciliare e le cure palliative pediatriche».
La sigla dell’intesa avviene a pochi giorni dall’approvazione della legge sulle reti di cure palliative e di terapia del dolore in Italia, prima legge di questo genere in Europa, che fa chiarezza in un settore cruciale per la qualità della vita. «La legge 38, regolamentando il trattamento del dolore cronico continuo, interessa moltissime persone, perché il dolore non è prerogativa solo dei malati oncologici o terminali, ma è un problema molto diffuso, legato a patologie piuttosto frequenti –
ha concluso Arnaldo Minetti, presidente dell’Acp -. La legge darà nuovo slancio a tutte le azioni di formazione del personale e di strutturazione dei servizi di cure palliative sia in strutture ospedaliere che a domicilio. L’Associazione farà la sua parte, con l’aiuto della comunità bergamasca, perché la nostra realtà provinciale sia uno stimolante riferimento a livello nazionale per la qualità di cura e assistenza ai malati in fase avanzata e terminale».
a.ceresoli
© riproduzione riservata