I minatori di Sannino verso la luce Il Palermo batte la Roma e spera

VARESE Il Palermo ha battuto la Roma – bum, bum: due a zero – e riacceso una fiammella là dove si pensava ci fosse soltanto cenere. Sorpresa, sorpresa: sorpresa un corno.

Già: perché qui a Varese lo sapevamo già che sarebbe finita così. Dopo una settimana in cui l’Italia pallonara (quella che capisce di pallone) si era ingegnata a trovare ogni giorno un modo nuovo per incensare San Francesco Totti da Trigoria, preparando il campo alla goleada della sua Roma sul retrocedendo Palermo.

Dopo una settimana chiusa con la conferenza stampa di mister Sannino e con quelle parole: «Siamo come minatori che devono scavare per tornare a vedere la luce». In molti han fatto spallucce, qualcuno ha sorriso, il resto d’Italia ha fatto finta di non sentire: quelli di Varese hanno alzato le orecchie. Perché quelle parole le avevano già sentite, eccome: in quel caldo pomeriggio di luglio quando ci si apprestava a tuffarci nella nuova avventura in serie B e il Beppe tirò fuori quella frase che sarebbe poi diventato il filo conduttore di tutta la stagione.

Quando abbiamo risentito quelle parole, ci è venuta subito in testa una certezza: il Beppe batte la Roma. E questa certezza dev’essere schizzata in testa a tutta la gente del Varese: gli unici a credere in quello che sarebbe un mezzo miracolo perché gli unici a conoscere davvero Sannino. Il Beppe salverà il Palermo? Difficile. Ma una cosa è certa: ha convinto prima sé stesso e poi i suoi giocatori di potercela fare. Ha trasformato una squadra di depressi in un gruppo di minatori incazzati, che con il loro allenatore in testa si sono messi a scavare. Forse alla fine non riusciranno a vedere la luce: ma avranno comunque vissuto un mese da leoni, e fun cool a tutto il resto.
Francesco Caielli

p.rossetti

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