Potrebbe portare una brutta sorpresa l’anno nuovo sulla bolletta energetica delle piccole imprese: dal 2018 infatti secondo l’analisi di Confartigianato la bolletta elettrica delle piccole imprese potrebbe aumentare fino a 1,2 miliardi di euro per effetto degli sgravi sugli oneri generali di sistema alle grandi industrie energivore previsti dalla Legge Europea varata a metà novembre dal Parlamento. «Si rischia una vera e propria stangata – sottolinea Delegato per l’energia di Confartigianato – che si aggiungerebbe ai maggiori costi che le piccole imprese già
pagano oggi a causa dell’assurda disparità di trattamento nella distribuzione degli oneri generali di sistema: consumano il 25% di energia e pagano il 35% degli oneri, per una cifra complessiva che nel 2016 è arrivata a 5,6 miliardi di euro». In pratica, secondo l’associazione artigiana, il costo delle agevolazioni agli energivori sarà finanziato con aumenti a carico dei piccoli imprenditori: è forte dunque tra le piccole e medie imprese la preoccupazione per gli effetti di questi rincari in una fase in cui le aziende di minori dimensioni sono fortemente impegnate a cogliere i segnali della ripresa. «Non dimentichiamo che proprio i settori manifatturieri a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese stanno trainando il nostro export con una crescita del 5,6% negli ultimi 12 mesi».
E di certo un aumento dell’energia, già un vero e proprio salasso nel nostro paese, non aiuta le imprese. Sempre secondo i dati di Confartigianato infatti l’energia elettrica continua a costare molto cara agli artigiani e alle piccole imprese italiane che, in media, pagano l’elettricità già il 29% in più (pari ad un maggior costo annuo di 2.572 euro per azienda) rispetto alla media dei loro colleghi dell’Unione europea. A gonfiare il prezzo dell’energia per le piccole imprese sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che pesano per il 39,7% sull’importo finale in bolletta.
Nei settori delle piccole imprese il prelievo fiscale sull’energia ammonta a 7.679 euro per azienda ed è pari a 1.125 euro per addetto. Anche in questo caso superiamo di gran lunga la media europea di 422 euro per addetto di Francia, Germania e Spagna. Più in generale, in Italia le tasse sui consumi di energia sono le più alte d’Europa: imprese e famiglie pagano infatti 15 miliardi di euro in più rispetto ai cittadini dell’Eurozona. Più tasse, quindi, ma anche mal distribuite tra i diversi consumatori sottolinea Confartigianato: sulle piccole imprese in bassa tensione che determinano il 27% dei consumi energetici pesa il 45% degli oneri generali di sistema, mentre per le grandi aziende energivore con il 14% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende all’8% ed ora dal nuovo anno questa differenza si farà sentire in maniera ancora più evidente.