«La fatica amplifica la bellezza, questa è la corsa più bella del mondo, attraversa paesaggi unici, i boschi e le montagne ti spronano continuamente. Fare sport e sudare in mezzo al bello è ineguagliabile».
Francesco Caielli, nostro collega nella redazione de La Provincia di Varese e runner di provata esperienza, ha corso ieri per la prima volta la Cortina-Dobbiaco, di 30 chilometri, sul vecchio percorso ferroviario che in passato collegava le due cittadine.
Arrivata alla 16ª
edizione, la gara parte in leggera salita e costeggia sempre le Dolomiti fino allo scollinamento del passo Cimabanche, a 1.530 metri di quota, che divide il Veneto dall’Alto Adige.
Il percorso prosegue fino al lago di Landro, in cui si specchiano le Tre Cime di Lavaredo, quindi scende verso Dobbiaco, costeggiando il lago e terminando nel parco del Grand Hotel.
«Io e Roberto Bof abbiamo compiuto l’impresa in meno di tre ore, come ci eravamo prefissi. Io ho terminato in due ore e 48 minuti, luiè arrivato dieci minuti più tardi. Ho corso in diverse parti del mondo, da New York a Berlino, partecipato alla maratona di Parigi, splendida perché l’itinerario è quasi interamente cittadino, e passi davanti al Louvre e alla Tour Eiffel: ma l’emozione provata qui non ha paragoni», dice Francesco, numero di pettorale 3940, tesserato per la società Runner Valbossa.