Alle prime luci dell’alba di ieri, un gruppo di 40 profughi siriani è atterrato all’aeroporto di Fiumicino a Roma con volo di linea da Beirut. L’operazione è riuscita grazie ai “corridoi umanitari” promossi dalla comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese.
La Polizia di Frontiera ha accompagnato i rifugiati in un’area dello scalo appositamente attrezzata per poter effettuare i primi controlli di routine per poi indirizzare le famiglie verso i centri di accoglienza e le case famiglie già pre-indivituate.
«La Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha molti progetti tra cui “Operazione Colomba” che opera nelle zone di conflitto da oltre 25 anni» dichiara Luca Luccitelli, uno dei volontari dell’Associazione «siamo presenti in molti paesi tra cui in Libano, dove operiamo nel campo di Tel Abbas. Grazie alla collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, siamo riusciti a far entrare in Italia alcune famiglie provenienti proprio a questo campo».
Operare nelle zone colpite dalla guerra non è semplice, «ci sono giorni in cui si ha la sensazione di essere un po’ inutili perché si vive costantemente in una situazione di estremo bisogno ed emergenza» racconta Paola Pogliani volontaria da otto mesi di Operazione Colomba per la quale ha già effettuato due soggiorni di tre mesi a Tel Abbas «Oggi è stato davvero emozionante vedere quelle famiglie arrivare in Italia, hai la percezione che si può fare qualcosa per loro. È vero, non riusciamo ad aiutarli tutti però, a loro siamo riusciti a cambiare la vita. Ti da la carica!»
Ed è proprio grazie a lei che ad Albizzate verrà ospitata una famiglia siriana che negli ultimi anni ha vissuto in un campo profughi in Libano. La mamma e i sue tre figli sono riusciti a scappare dalla guerra in Siria, purtroppo uno dei figli è stato ucciso durante i bombardamenti e del marito rapito non si ha più alcuna notizia. «Purtroppo situazioni di questo tipo sono la quotidianità in alcune zone come ad Aleppo, Damasco e Homs”.
Un gesto di solidarietà che coinvolge l’intera comunità pastorale di San Benedetto di Albizzate e Sumirago che ha deciso di accogliere, sostenere ed accompagnare in un percorso di inserimento nel tessuto sociale chi in questo momento si trova in una situazione di bisogno.
Per i prossimi dodici mesi vivranno in un appartamento che è stato offerto in comodato d’uso gratuito da un concittadino «in questo modo potranno avere la loro indipendenza e ricreare un nucleo familiare sereno» dichiarano le volontarie. «Questa esperienza ci fa capire che è possibile accogliere chi scappa dalla guerra e che ha diritto di vivere in un contesto di pace».