I profughi protestano davanti al Comune. «Poco cibo e senza paghetta, aiutateci»

Samarate - Le istanze dei richiedenti asilo, tutte da verificare, sono state ascoltate dal sindaco Tarantino, che li ha ricevuti ieri mattina

Dopo la protesta inscenata davanti alla Prefettura di Varese, i richiedenti asilo del Comune di Samarate sono tornati a far sentire la loro voce ieri mattina davanti al palazzo comunale della città che li sta ospitando.
Si sono presentati con tre striscioni che hanno mostrato ai passanti: due scritti in italiano e uno in inglese. «Vogliamo parlare con il sindaco, stiamo morendo di fame. Non abbiamo da mangiare per il giorno così abbiamo bisogno di aiuto».

Se la sono presa in particolare con la cooperativa che li gestisce, avanzando lamentele tutte da verificare che sono state, però, elencate anche al sindaco di Samarate che li ha ricevuti dopo la mattinata di protesta. Hanno illustrato alcune situazioni, lamentando una scarsa presunta attenzione sul versante medico, facendo riferimento in particolare alle condizioni di un loro compagno finito in ospedale a Gallarate. Hanno lamentato il fatto che non c’è nessuna attività di integrazione, tanto da restare spesso reclusi in casa. Hanno raccontato al sindaco che da un mese circa non riceverebbero la “paghetta”, chiamata da loro pocket money di 2,50 euro al giorno. Una questione che peraltro è stata sollevata anche nei manifesti srotolati davanti alla sede del municipio durante la manifestazione di protesta. Hanno lamentato scarsità di cibo e infine ieri pomeriggio gli sarebbe stata tolta anche la corrente.
Ma si tratta di questioni che il sindaco si è appuntato completando una relazione che verrà inoltrata nelle prossime ore al Prefetto di Varese per una verifica. Sono aspetti sui quali tuttavia non c’è chiarezza e andranno approfonditi meglio: per capire come stanno le cose si dovrà ascoltare anche la campana della cooperativa che gestisce i richiedenti asilo. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Tarantino: «Da una parte – spiega – abbiamo ascoltato i ragazzi, molto pacati. Ma non vogliamo che la situazioni degeneri. Abbiamo così raccolto le loro lamentele in una relazione e l’abbiamo inviata in Prefettura. Siamo preoccupati perché non vorremmo che questa realtà, che finora non aveva mai dato problemi, possa crearne alla comunità». Si era diffusa anche la voce che i 28 richiedenti asilo del Gambia avessero iniziato a protestare perché non volevano accettare l’ingresso di tre nigeriani, ma il sindaco ha smentito: «Questo non è accaduto. Pare che tre persone fossero attenzionate e potrebbero essere state allontanate per aver creato problemi».