È uno dei pochi “centenari” della Pro Patria. Uno degli eletti che possono avere tra i propri trofei la maglia tigrotta col numero 100 sulla schiena. Lui è Mirko Bruccini che per ben 143 volte ha officiato il rito della vestizione della maglia biancoblù. Ne conosce le sue più nascoste sfumature. E non possono confinare nell’oblio gli anni trascorsi allo Speroni ed in città le sole venticinque volte che ha messo quest’anno la maglia della Reggiana.
Con quella granata si sta guadagnando i playoff, ma l’occhio ed il cuore guardano a quella biancoblù che sta lottando per meritarsi un posto nei playout.
«Mi sento spesso con il capitano(Serafini) e mi dice che i ragazzi sono cresciuti, hanno voglia di lottare ed è ottimista anche se sa che la squadra è giovane ed i rischi ci sono sempre. Però l’ho sentito fiducioso proprio perché la squadra ha preso coscienza della situazione e dei propri mezzi. Mi sento anche con Giampaolo (Calzi) e anche lui mi dice le stesse cose. Poi sono i risultati che parlano e mi sembra che la Pro si sia tirata su». Al netto delle due gare contro Venezia (domani alle 15) e poi in casa con il Monza (domenica 10 alle 15), se certe situazioni societarie si fossero chiarite prima, anticipando di qualche settimana l’arrivo di mister Montanari, forse la Pro avrebbe potuto coltivare ben altra ambizione che non gli spareggi-salvezza.