La decisione della Svizzera di chiudere di notte tre valichi minori, tra cui quello di Cremenaga, è sempre stata difesa dagli esponenti della Lega Nord varesina, che torna alla carica sull’argomento, dopo il recente arresto di una banda di romeni in Canton Ticino provenienti dall’Italia. «La notizia di una banda di rumeni provenienti dall’Italia e arrestata nel Canton Ticino magari servirà a qualcuno per riflettere meglio sulla decisione della Confederazione elvetica circa la chiusura notturna dei tre valichi minori, che ha indignato tante anime belle di casa nostra» afferma , consigliere regionale varesino del Carroccio.
La chiusura dalle 23 alle 6 del mattino dei tre valichi di frontiera, per motivi di sicurezza, è in vigore dallo scorso 1° aprile per un periodo sperimentale di sei mesi. La scelta unilaterale della Svizzera, su impulso di una mozione presentata dalla Lega dei Ticinesi, ha generato forti proteste da parte dei sindaci di confine a partire da quello di Cremenaga e di tutte le forze politiche ad eccezione della Lega che dopo l’arresto della banda di rumeni non ha certo cambiato idea.
«Inutile girarci intorno – prosegue il consigliere regionale varesino – bisogna fare i conti con la realtà; esiste un problema reale di sicurezza e la Svizzera sta sperimentando soluzioni per affrontarlo, cosa che invece non fa il nostro Paese, paralizzato da lacci e lacciuoli interni ed esterni e prono di fronte alle migrazioni incontrollate».
Coloro che invece si oppongono alla decisione presa dalle autorità svizzera, senza consultare quelle italiane, danneggi in realtà solo i lavoratori frontalieri e non i malintenzionati. «L’arresto di questi ladri di origine rumena, provenienti dall’Italia – ribatte Monti – non è che l’ultimo episodio di una serie di crimini commessi da “delinquenti di confine” e certamente non si può biasimare un territorio che cerca di difendersi da problemi che provengono da fuori».
Piena comprensione insomma per la scelta svizzera. «Come Lega Nord non possiamo non tenere conto dell’appello simbolico che la Svizzera ha lanciato all’Italia, in particolare in opposizione a una gestione europea sregolata dell’immigrazione – continua il consigliere varesino – siamo da sempre contrari all’immigrazione clandestina e non possiamo che comprendere le motivazioni per cui la Confederazione elvetica ha preso questa decisione». I conti si faranno alla fine della sperimentazione. «Si tratta di una decisione di durata determinata; al termine della sperimentazione vedremo che decisioni prenderanno le autorità ticinesi e solo allora si vedrà come procedere» conclude Monti.