BUGUGGIATE «Vai su Google scrivi “rapina Buguggiate” e leggi». L’ordine, preciso e diretto a Silvio Tranquilli, è di Olevano Romano, uno dei coinvolti nel rapimento-ricatto di Giuseppe Spinelli. Chi gli parla al telefono è Francesco Leone, il capo barese della banda che sequestrò a metà ottobre Spinelli, il “cassiere” dell’ex premier Silvio Berlusconi.
Il tutto con un’offerta: 35 milioni in cambio di documenti in grado di ribaltare la sentenza Mondadori. Ora dalle 67 pagine dell’ordinanza emergono dettagli tutti varesini sull’affair che sta impegnando il dipartimento distrettuale antimafia di Milano, con titolare dell’inchiesta il procuratore Ilda Boccassini.
Quella chiamata a Tranquilli, che pare avesse prenotato una Ferrari extralusso, rimanda al giallo della Bcc di Buguggiate. Erano lì gli otto milioni di euro che gli inquirenti cercano? No. Nelle due cassette intestate al malnatese Alessio Maier e a un prestanome non c’era nulla. O meglio: c’erano una copia della Gazzetta dello Sport e 600 mila euro in banconote palesemente false.
E così è stato per la cassetta di sicurezza, intestata allo stesso Maier al Credito Valtellinese di Varese: carta straccia. Quando lo scorso 15 novembre Maier e Leone si avvicinarono alle due banche per recuperare la cartaccia trovarono alla Bcc una finta rapina inscenata della polizia di Milano, e al Credito Valtellinese un accesso vietato alle cassette di sicurezza per ragioni tecniche non meglio precisate. La cartaccia custodita nelle tre cassette di sicurezza serviva per fare una prova. Maier aveva infatti coinvolto un inconsapevole complice, il malnatese Domenico Papagni – difeso dagli avvocati Alberto Zanzi e di Fabio Ambrosetti e mai arrestato – che avrebbe dovuto fare da cavia al trasporto del denaro del riscatto, i famosi otto milioni di euro, in Svizzera.
In particolare a Lugano, dove Maier e Leoni stavano prendendo dei contatti. In sintesi Papagni (che ha subito una perquisizione ma non è mai stato arrestato) avrebbe dovuto farsi carico della carta straccia custodita nelle cassette della Bcc e del Credito Valtellinese (due filiali a due passi dal confine) trasportandola in Svizzera.
Gli altri, quelli della banda vera, avrebbero così osservato se Papagni fosse passato senza problemi o, in caso di controlli, quali contro misure adottare. Tutto il piano fu fatto fallire dall’intervento della Mobile di Milano a Buguggiate. Alla fine della chiamata Tranquilli chiedeva: «Per favore dimmi la verità è finta oppure no?» riferendosi alla rapina (finta) a Buguggiate. Fu Leone a ribadire «non se fai finta di capire oppure no, io lì sono bruciato».
Se Leone è il capo della banda, Maier è il cassiere: il 15 ottobre chiama Spinelli da Malnate. L’audio non c’è perché il ragioniere non ha ancora denunciato l’accaduto. Ci saranno poi le immagini. Maier ha scelto l’unica cabina di Malnate sorvegliata da una telecamera.
b.melazzini
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