I tassisti di Malpensa tra crisi e liberalizzazione  

MALPENSA Le liberalizzazioni? Sono solo l’ultima ciliegina per i tassisti. Che si raccontano in bilico, tra manovra, crisi e frenata di Malpensa. «Con i fatturati del settore in calo, che tipo di posti di lavoro si pensa di generare con la liberalizzazione?». È la domanda che si fanno i rappresentanti di categoria, convinti di essere diventati «un simbolo da abbattere».

Altro che freno allo sviluppo del Paese. Per il momento più che le prospettive, «ancora troppo vaghe», di liberalizzazione annunciate dal governo Monti, sul settore pesano la crisi economica e la frenata di Malpensa, che hanno fatto crollare i fatturati delle “auto bianche” in provincia di Varese.

«Le vere liberalizzazioni bisogna farle in altri settori, come quello aereo» fa notare Massimo Campagnolo del consorzio taxi Malpensa (Ctm). «Noi siamo i primi a subire la mancanza di concorrenza che impedisce a Malpensa di tornare ad essere un vero hub, come dimostra il caso dello stop ai nuovi voli di Cathay». E così anche la “torta” dei guadagni dei servizi in aeroporto si è ridotta sensibilmente: «Dopo l’addio di Alitalia il 30-40% della clientela business, vedi ad esempio i voli su Tokyo che sono finiti a Roma, è sparita e per noi è rimasta solo la “fuffa”».

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m.lualdi

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