VIGGIU’ Una collina alta 45 metri, oltre 133mila metri cubi di materiale ufficialmente composto da «sassi, ghiaia e pietre frantumate». Contaminato invece, a quanto pare, da elementi chimici pericolosissimi. L’ammasso, in via Bevera a Viggiù, era stato sequestrato il 15 settembre 2008 dalla guardia di finanza di Gaggiolo. In questi mesi la procura della Repubblica di Varese ha indagato su quella che ha tutta l’apparenza di essere un’enorme discarica abusiva. E in questi giorni è arrivata la conferma dei sospetti: dai campioni prelevati dall’Arpa
è emersa la presenza di sostanze altamente tossiche in quantità superiori a quelle consentite dalla legge. Si parla di amianto crisotilo – altamente cancerogeno – arsenico e di nichel, metallo che diventa letale se assunto dall’uomo in alti dosaggi. L’area è gestita dalla Femar srl, società specializzata nell’estrazione e nel trasporto della sabbia con sede a Lavena Ponte Tresa. Nei guai sono finiti due dei titolari. Entrambi sono stati denunciati a piede libero. Sono accusati di traffico illecito di rifiuti e di aver costituito una discarica non autorizzata. Insieme ai due italiani è stato denunciato anche un cittadino svizzero residente a Lugano. Si tratta di quello che la procura ritiene essere il responsabile della spedizione dei rifiuti. Rifiuti che sembrerebbero provenire dalla zona di Stabio, cioè a cinque chilometri di distanza. Secondo la guardia di finanza, il trasporto del materiale illecito dalla Svizzera all’Italia era iniziato nel 2000. E in circa 8 anni (fino al momento del sequestro della cava) sarebbero stati effettuati circa 2500 trasporti.
b.melazzini
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