Domenica 7 luglio sul palco dell’Albizzate Valley Festival si esibiranno i Modena City Ramblers. Prendete le suggestioni del folk d’Irlanda. Conditele con una contagiosa allegria dal sapore emiliano.
Aggiungete testi di impegno politico, in stile “combat-rock”, e avrete la ricetta originaria dei Modena City Ramblers, uno dei gruppi rivelazione dell’ultima leva italiana. Lo scorso febbraio i Modena City Ramblers sono usciti con un nuovo disco: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, tratto dal titolo di un libro, scritto nel 1929, da Erich Maria Remaque e che racconta la storia di un soldato in trincea. Li abbiamo intervistati: alle nostre domande ha risposto Davide Morandi detto Dudu.
Sì purtroppo. Tutto è cambiato rispetto al mondo che conoscevano vent’anni fa: siamo nell’era di internet e di un mondo globalizzato. Ma le cose che contano rimangono sempre le stesse: quando Erich Maria Remaque scrisse il libro, era il tempo della resistenza partigiana. Oggi ci sono le lotte per ridare un senso al futuro: basti pensare a ciò che sta accadendo in Turchia, alle rivolte in Siria. Ci sono cose che continuano a ripetersi nel nostro Paese, come i problemi economici dovuti a una non oculata gestione delle risorse.
Esattamente. Si tratta di un movimento di cui si è parlato molto nei mesi scorsi e di cui ora non si sente più parlare: è un movimento nato dal basso e dalla gente comune stanca di questa classe politica. Abbiamo, quindi, pensato di spronando la gente a tornare nelle piazze per una protesta civile ed educata di cui tutti abbiamo diritto.
Intanto, per la prima volta nella storia della band siamo usciti con un doppio album, con 18 brani inediti, al prezzo di uno: un album a due anime. Sul primo abbiamo recuperato l’anima rock che avevamo messo un po’ da parte. Il secondo è più poetico e tradizionalmente folk.
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