Era il 6 settembre del 1970 quando la Rai, Radio televisione italiana, trasmetteva la prima puntata di Pippi Calzelunghe, l’irriverente ragazzina con le trecce rosse che avrebbe conquistato i telespettatori. Composta da 13 episodi, lo “sceneggiato” come all’epoca si chiamavano quelle che oggi sono le “serie tv”, era tratta dal romanzo della scrittrice svedese Astrid Lindgren, scritto ben 78 anni fa. Ad interpretare Pippi, la ragazzina dalle mille avventure che viveva da sola in una grande villa,
era interpretata da Inger Nilsson, che all’epoca aveva 10 anni e che ha continuato a fare l’attrice nella sua Svezia, dedicandosi soprattutto al teatro. Un personaggio a tratti strambo quello della bambina che si chiama “Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe”, e che si fa chiamare Pippi, figlia di un pirata dei mari del Sud, che va a vivere nella grande casa con “il signor Nilsson” una scimmietta e con il cavallo bianco e nero “Zietto”. Pippi fa amicizia con Tommy e Annika che abitano nella casa vicina alla villa dove Pippi va a vivere. La ragazzina “Pippi”, in realtà anticipa lo spirito di indipendenza e di ribellione alle regole che si fa avanti alla fine degli anni 40, ma soprattutto anticipa i modelli educativi che si faranno avanti negli anni ’60 e ’70, secondo i quali i bambini devono essere liberi di fare le proprie scelte proponendo il modello dei “genitori amici” più che educatori. Teorie che erano state avanzate già negli anni ’30, anche se senza successo, ma che vennero poi riproposte e seguite oltre 30 anni dopo.