In Spagna c’è da 15 anni. A Valencia è diventato prima marito e poi padre. La testa è rimasta quella di Varese meglio, di Giubiano dov’è nato cinque anni dopo di me è dov’è rimasto prima in macelleria con papà e poi nello storico “Bar K2”, oggi “Bar Ella” sede di un Varese Club e cresciuto, fino al tanti saluti e arrivederci quando capiterà.
è un che a parte una breve parentesi nel Rugby Varese ha scoperto lo sport solo perché appassionato di motori tanto da sfasciarne in serie, dal Ciao alla Vespa, dalla Lancia alla Giulietta del papà. Primo idolo assoluto Marco Lucchinelli non tanto come pilota ma perché dotato di neuroni in numero pari a suoi che definire pari è sbagliato in quanto si sta parlando al massimo di uno. Arrivato in Spagna scopre il calcio perchè
condividendo la prima tana con un ultras del Barcellona assorbe ogni video e notizia imparando ad amare la storia, la filosofia e i fuoriclasse del Barça prima della lingua spagnola. Ma il primo amore restano i motori. Niente formula 1 cancellata dal suo cuore dopo la tragica fine di uno tanto per cambiare fuori come un balcone ma leggendario Gilles Villeneuve. Solo moto. La stella di Lucchinelli è ormai solo nei suoi ricordi. Arriva addirittura a conoscerlo ma ormai il cuore batte forte per Valentino Rossi. Cosa che in Spagna ti mette nelle condizioni di un tifoso juventino che vive ad Appiano Gentile. Mondiali e trionfi in serie hanno trasformato il bar di Stefano a Puerto Sagunto in una sorta di Cattedrale del numero 46. Ad ogni gara il maxi televisore è puntualmente acceso, il volume è al massimo e il locale non ha un centimetro libero con tifoseria ovviamente sbilanciata a favore dell’indigeno di turno. Ogni vittoria del Barça, di Valentino Rossi ma anche della Ducati –in garage ne ha una storica che usa in circuito e non solo – il campanaccio appeso sul muro del bar rompe i timpani alla clientela iberica costringendola alla resa. Chiaro che negli ultimi anni l’avversario è Marc Marquez. «Marc è un talento, Valentino è un extraterrestre – attacca al telefono mi hermano – Quello cha ha fatto Valentino è già nella storia del motociclismo. Campioni del mondo e avversari sono passati mentre lui è ancora qui a giocarsi un mondiale che per tornare al grande Lucchinelli, essendo il decimo meriterebbe la stella». Sei finito nel telegiornale della TV spagnola… «Incredibile – conferma Stefano – mi sono trovato le troupe televisive nel bar con tanto di microfono e telecamere! Mai viste prime a Puerto Sagunto!» Riassumi il tuo pensiero. «I clan di Lorenzo e Marquez hanno tentato il tutto per tutto per mantenere il titolo mondiale in Spagna. Valentino doveva gestire meglio la situazione e invece, per una volta, l’extraterrestre è tornato umano e ha sbroccato. Tutto qui».
E domenica prossima come la mettiamo? «Io sarò qui al bar e come sempre per chi vuol venire sarà comunque una festa. Andare al circuito vorrebbe dire partire all’alba e tornare al tramonto perché c’è un’unica strada d’accesso. Lorenzo non lo considero. Uno che ha il casco che si appanna e rosica perché il suo compagno di squadra è un extraterrestre va preso per quello che. Io spero ancora che Valentino e Marc si trovino da soli faccia a faccia recuperando un rapporto che almeno fino alle prime gare di quest’anno era più che buono». Chiudiamo con Varese? «Varese è nel mio cuore senza discussione ma la mia vita è qui con mia moglie e le mie due figlie. Sinceramente a Varese torno volentieri ma non troppo spesso e per pochi giorni. Ho visto che il rugby è tornato in serie B. Quel gruppo con cui giocavo era uno spettacolo. Da quel poco che ho letto e sentito mi sembra che lo spirito sia rimasto lo stesso. Buon tutto a tutti voi e se qualcuno capita da queste parti un chupito e l’indicazione per una paella magica gliela faccio trovare più che volentieri. La paella è gialla e quindi, è roba da extraterrestri».